Page 71 - Shakespeare - Vol. 1
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Reignier, sei tu che pensi d’ingannarmi?
Dov’è il Delfino? [A Carlo] Su, forza, vieni avanti;
ti conosco bene, anche se non t’ho mai visto.
Non sbalordirti: nulla mi è nascosto.
Parlerò a te in grande segretezza.
Signori, indietro. Per un po’ lasciateci da soli.
REIGNIER
[ad Alençon e al Bastardo]
Centro alla prima botta. 24
[I nobili si ritirano.]
PULZELLA
Delfino, di nascita sono la figlia d’un pastore,
la mia mente era priva d’ogni rudimento.
Piacque al cielo e alla nostra Signora delle Grazie
di rifulgere sulla mia miseranda condizione.
Ed ecco, mentre custodivo i teneri agnelli
e porgevo le guance al rovente calore del sole,
la Madre di Dio si degnò d’apparirmi
e, in una visione piena di maestà,
m’ingiunse di lasciare la mia bassa occupazione,
di liberare il mio paese dalle sventure.
Promise aiuto e un successo assicurato.
Si rivelò in tutta la sua gloria:
io ero scura e nera di capelli,
coi chiari raggi che Ella infuse in me
la beltà che tu vedi mi fu donata.
Fammi qualunque domanda che tu voglia,
e io risponderò senza alcuna esitazione.
Prova il mio coraggio in un duello,
se ne hai l’ardimento, e scoprirai
di quanto supero il mio sesso.
Abbi questa certezza: sarai fortunato,
poiché un simile guerriero tu hai trovato.
CARLO
I tuoi alti accenti mi hanno sbalordito.
Farò solo una prova del tuo valore:
in singolar tenzone a me ti stringi,
e se prevali, le tue parole sono vere.