Page 465 - Shakespeare - Vol. 1
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ATTO V EN
Scena I EN
Entrano York e il suo esercito di Irlandesi con tamburi, stendardi [e
funzionari]. 172
Y ORK
York giunge dall’Irlanda per far valere i suoi diritti,
e cogliere la corona dalla testa del debole Enrico.
Suonate forte, campane; bruciate falò, chiari e luminosi,
per salutare il legittimo re della grande Inghilterra.
Ah, sancta majestas, chi non ti comprerebbe a caro prezzo?
Che obbediscano coloro che non sanno come si governa:
questa mano fu fatta per maneggiare soltanto l’oro.
Non posso dare alle mie parole dovuta attuazione,
se essa non porta il peso della spada o dello scettro:
se io ho un’anima, avrò uno scettro,
su cui isserò il fiordaliso di Francia.
Entra Buckingham.
Chi abbiamo qui? Buckingham, a infastidirmi?
Di certo l’ha mandato il re: devo simulare.
BUCKINGHAM
York, se hai buone intenzioni, ti saluto cordialmente.
Y ORK
Humphrey di Buckingham, accetto il saluto.
Sei un messaggero, o vieni di tua iniziativa?
BUCKINGHAM
Messaggero da parte di Enrico, nostro temuto sire,
per sapere il motivo di questo esercito in tempo di pace;
ovvero perché tu, essendo un suddito come me,
contro il tuo giuramento e l’impegno di leale fedeltà,
abbia arruolato una forza così grande