Page 408 - Shakespeare - Vol. 1
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MARGHERIT A
Come, vostra altezza vuole lasciare il parlamento?
RE ENRICO
Sì, Margherita, il mio cuore affoga nel dolore,
e la sua piena comincia a scorrermi tra gli occhi;
il mio corpo è avvolto nell’infelicità:
cosa c’è, infatti, di più infelice dello scontento?
Ah, zio Humphrey, vedo sul tuo volto
la mappa dell’onore, della verità, della lealtà,
e ancora deve venire l’ora, buon Humphrey, in cui scopra
la tua falsità, o dubiti della tua buona fede.
Quale stella incombente ora invidia la tua posizione
da spingere questi grandi lord e la regina Margherita
a distruggere la tua vita innocente?
Non hai fatto del male, né a loro né a nessun altro.
Come il macellaio porta via il vitello, e lega
il povero animale, e lo batte se s’impunta, trascinandolo
verso il mattatoio insanguinato; così, senza rimorsi,
lo hanno da qui allontanato, e come la madre
corre muggendo avanti e indietro, e intanto guarda
dove se ne è andato il suo piccolo innocente,
e nulla può, se non gemere per la perdita del cucciolo;
così anch’io gemo per la sorte del buon Gloucester,
con tristi lacrime imbelli e, con occhi appannati,
lo seguo con lo sguardo e non posso aiutarlo -
tanto potenti sono i suoi nemici giurati.
Piangerò la sua mala sorte, e dirò, tra i lamenti:
“Chiunque abbia tradito, Gloucester non c’entra niente!”
Esce [con Buckingham, Salisbury e Warwick].
MARGHERIT A
Nobili signori, la neve fredda si scioglie ai raggi ardenti
del sole. Enrico, il mio signore, disdegna i grandi affari
dello stato, pieno com’è di sciocca compassione, e Gloucester,
con la sua esibizione, lo seduce come il coccodrillo in lacrime,
mostrando dolore, incanta i viandanti impietosi,
o come il serpente, arrotolato su una riva fiorita,
con la pelle maculata e luccicante, punge il bambino,
che lo pensa affascinante per la sua bellezza.
Credetemi, signori, anche se nessuno fosse più saggio di me -