Page 405 - Shakespeare - Vol. 1
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né ho preso un centesimo dai Francesi.
 Che m’assista Iddio se non sono stato sveglio la notte,
 sì, notte dopo notte, a studiare il bene d’Inghilterra!
 Gli spiccioli che io avrei strappato al re,
 o qualunque liretta 75 abbia ammassato per mio uso,
 mi vengan rinfacciati nel giorno del giudizio! 76
 Anzi: poiché non volevo tassare il popolo,
 molte sterline della mia riserva personale
 le ho sborsate io alle guarnigioni
 e mai ne ho chiesto la restituzione.

WINCHEST ER

 Ti fa comodo, monsignore, raccontarla così.

GLOUCEST ER

 Racconto solo la verità, e nient’altro, che Iddio m’assista!

Y ORK

 Durante il tuo protettorato hai concepito
 torture stravaganti e inaudite per i condannati,
 così che l’Inghilterra fu tacciata di tirannia.

GLOUCEST ER

 E invece è ben noto come, mentre ero il Protettore,
 la pietà fosse la mia unica colpa;
 poiché di solito mi scioglievo alle lacrime d’un reo
 e a riscattare un crimine bastavano parole d’umiltà,
 purché non si trattasse di un assassino sanguinario,
 o di un ladro spregevole e fellone, che tosava
 i poveri viandanti, mai davo una congrua punizione.
 È vero, in caso d’assassinio, quel peccato sanguinario,
 usavo la tortura, perché più grave d’ogni altro reato.

SUFFOLK

 Mio signore, queste colpe son facili a refutarsi in fretta,
 ma crimini più grandi vi sono imputati,
 di cui non potrete purgarvi con tanta facilità.
 Io vi arresto nel nome di sua altezza
 e qui vi affido a Monsignor Cardinale, che vi tenga
 in custodia fino al momento del processo.
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