Page 360 - Shakespeare - Vol. 1
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e mai più umilierai così la nostra vista
da concedere alla terra un solo sguardo.
GLOUCEST ER
O Nell, dolce Nell, 19 se ami il tuo signore,
allontana il cancro dei pensieri ambiziosi,
e possa l’idea che io nutra pensieri malvagi
contro il mio re e nipote, il pio Enrico,
essere l’ultimo mio respiro in questo mondo mortale.
Mi rattrista il sogno inquieto di questa notte.
ELEANOR
Cos’ha sognato il mio signore? Dimmelo, e lo ricambierò
con la replica deliziosa del mio sogno mattutino.
GLOUCEST ER
Mi parve che questa mazza, 20 emblema della mia carica a corte,
venisse spezzata in due, ho dimenticato da chi,
ma, ora che ci penso, fu il cardinale;
e sui pezzi del bastone infranto,
erano collocate le teste di Edmund, Duca di Somerset,
e di William de la Pole, primo Duca di Suffolk.
Ecco il mio sogno: cosa presagisca lo sa Iddio.
ELEANOR
Suvvia, non è stata altro che una prova
che chi spezza un ramoscello nel bosco di Gloucester
perderà la testa per la sua arroganza.
Ma ascolta me, mio Humphrey, dolce duca:
mi parve d’essere assisa sulla sedia regale
nella chiesa cattedrale di Westminster
e su quel trono dove sono incoronati re e regine,
dove Enrico e Margherita mi si inginocchiarono davanti,
e posero il diadema sul mio capo...
GLOUCEST ER
Basta, Eleanor, ti devo proprio rimproverare:
dama presuntuosa, maleducata Eleanor!
Non sei la seconda donna del reame,
la moglie del Protettore, la sua amata? Non hai