Page 365 - Shakespeare - Vol. 1
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rifate daccapo le vostre suppliche e rivolgetele a lui.
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Sparite, vili coglioni! 30 Suffolk, mandali via.

     TUTTI [I POSTULANTI]

Venite, andiamocene.

                                                            Escono.

MARGHERIT A

 Mio signore di Suffolk, 31 è questa la maniera,
 questa la consuetudine della corte d’Inghilterra?
 Questo è il governo dell’isola di Britannia?
 E questa è la sovranità del re di Albione?
 Come, Enrico farà ancora lo scolaretto
 sotto la guida dell’arcigno Gloucester?
 Sono regina nel titolo e nella pompa
 e devo diventare suddita di un duca?
 Sai che ti dico, Pole: quando nella città di Tours
 tu giostravi in onore del mio amore
 e rubavi il cuore delle dame di Francia,
 pensavo che Enrico ti avrebbe assomigliato
 in coraggio, cavalleria, prestanza.
 Ma tutta la sua mente è rivolta alla santità,
 a far la conta delle Ave Marie sui grani del rosario.
 I suoi campioni sono i profeti e gli apostoli,
 le sue armi i versetti divini delle Sacre Scritture,
 il campo della giostra è il suo studio, e i suoi amori
 le statue bronzee dei santi canonizzati.
 Vorrei che il Collegio dei Cardinali
 lo eleggesse Papa e lo portasse a Roma
 per porgli sul capo la triplice corona. 32 Quella sarebbe
 una condizione adatta alla sua santità.

SUFFOLK

 Signora, siate paziente; poiché fui io la causa
 della venuta in Inghilterra di vostra altezza, agirò
 per soddisfare pienamente vostra grazia.

MARGHERIT A

 Oltre al Protettore altezzoso, ecco Beaufort,
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