Page 358 - Shakespeare - Vol. 1
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Anche York dice lo stesso - [in disparte] poiché egli ne ha maggior
motivo.
SALISBURY
Allora via, di fretta, e stiamo pronti a giocar la mano vincente. 14
WARWICK
La mano? O, padre, il Maine è perduto,
quel Maine che con le sue mani Warwick aveva vinto
e che avrebbe tenuto fino all’ultimo respiro.
Tu, padre, parlavi della man vincente; io, invece, del Maine,
che vincerò ai Francesi, a costo di rimetterci la vita.
Escono Warwick e Salisbury.
Y ORK
Angiò e Maine sono consegnati ai Francesi,
Parigi è perduta, lo stato di Normandia si trova
in una situazione precaria, ora che essi non ci sono più.
Suffolk decise gli articoli, i pari
diedero il loro consenso, ed Enrico si compiacque
di scambiare due ducati con la bella figlia d’un duca.
Non posso biasimare nessuno: cos’è questo per loro?
Danno via quello che è tuo, non le loro proprietà.
I pirati possono svendere il bottino per quattro soldi,
acquistare amici, donare a cortigiane,
gozzovigliare come gran signori, finché tutto è sparito,
e intanto, il disgraziato proprietario delle sostanze
piange su di esse e si torce le mani impotenti,
scuote la testa, e tremando se ne sta da parte,
mentre tutto quanto viene spartito e trafugato;
lui è lì che muore di fame, ma non osa toccare ciò che è suo.
Così York deve star buono, a rodersi, a mordersi la lingua,
mentre le sue terre vengono contrattate e vendute. Mi pare
che i regni d’Inghilterra, di Francia, d’Irlanda
siano per la mia carne e per il mio sangue
come quel tizzone fatale che Altea bruciò
nel cuore del principe di Calidone. 15
Angiò e Maine, tutti e due consegnati ai Francesi!
Notizie agghiaccianti per me, che speravo nella Francia
quanto nel suolo della fertile Inghilterra.
Verrà il giorno in cui York reclamerà quel che è suo.