Page 354 - Shakespeare - Vol. 1
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la sua giovinezza, il suo valore, denaro, gente,
di guerra in guerra? Non si accampò infinite volte
all’aperto, nel freddo dell’inverno, nella rovente calura estiva,
per conquistare la Francia, l’eredità che gli spettava? 6
E mio fratello Bedford non usò tutto il suo acume di politico
per conservare quello che Enrico si era preso?
E voi stessi, Somerset, Buckingham, valoroso York,
Salisbury e Warwick vittorioso, non riceveste
cicatrici profonde in Francia e in Normandia?
E mio zio Bedford, e io stesso, con l’intero Consiglio
e con la sua dottrina, non ci studiammo
in sedute interminabili, dall’alba al tramonto,
di discutere i pro e i contro, per tenere
Francia e i Francesi in timorosa soggezione?
E non facemmo in modo che sua altezza, ancor bambino,
fosse incoronato a Parigi, a dispetto dei nemici?
Moriranno così le conquiste di Enrico, la sorveglianza
di Bedford, le vostre imprese belliche, tutti i nostri piani?
O pari d’Inghilterra, quest’alleanza è vergognosa,
questo matrimonio è un brutto segno del destino.
Esso cancella la vostra fama, oblitera il vostro nome
dai libri di cronaca, ne toglie la memoria storica,
deturpa i monumenti delle conquiste di Francia,
disfa tutto, come se nulla fosse mai accaduto!
WINCHEST ER
Nipote, cosa significa questo discorso appassionato,
questa arringa così circostanziata?
La Francia è nostra; ce la terremo stretta.
GLOUCEST ER
Sì, zio; ce la terremo, se ci sarà possibile,
ma adesso questa possibilità non esiste più.
Suffolk, il neo-duca che fa le parti a capotavola
ha regalato i ducati di Angiò e di Maine
allo squattrinato Reignier, il sovrano i cui titoloni
non van d’accordo con la sua magra borsa.
SALISBURY
Certo è, per la morte di Colui che è morto per tutti,
che quelle contee erano le chiavi della Normandia...