Page 308 - Shakespeare - Vol. 1
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58 II, i, 7 Nella contrapposizione rigida tra inglesi e francesi si inserisce questa dolente riflessione
    sulla sorte amara di tutti i soldati semplici, messa in bocca a una sentinella francese. Già nella
    prima parte l’Enrico VI rifiuta le schematizzazioni di comodo.

59 II, i, didascalia dopo il v. 7 Cosa c’entri la marcia funebre (dead march) con la sortita di Talbot
    non è del tutto chiaro. Secondo J. Dover Wilson (New Shakespeare Edition, Cambridge U.P.,
    1952) e A.S. Cairncross (The Arden Shakespeare, cit.) si tratta di un errore di chi stava
    trascrivendo il testo per l’in-folio, poiché una marcia funebre viene suonata nella scena
    successiva in occasione della morte di Salisbury. Hattaway argomenta che dead march può
    indicare un rullo lento e soffocato di tamburi. Anche P.A. Jorgensen ritiene che si tratti di una
    marcia adatta ad accompagnare un’imboscata militare (Shakespeare’s Military World , Berkeley,
    Cal., 1956, p. 29).

60 II, i, 22-24 Le allusioni sboccate di Borgogna evocano l’immagine di una Pulzella non più virile,
    perché incinta, ovvero coricata sotto il Delfino durante un rapporto sessuale.

61 II, i, 25 let... spirits: allusione a un commercio carnale dei due con gli spiriti diabolici.

62 II, i, 49 holy... guard : la traduzione forza il testo inglese per rendere più esplicito il contenuto
    erotico della frase.

63 II, i, 58-59 Giovanna mostra subito il suo carattere pratico individuando la causa militare della
    disfatta, che sta nella scarsa attenzione delle sentinelle. I nobili francesi continueranno nei loro
    litigi finché Giovanna non li richiamerà nuovamente alla necessità di una risposta sul campo di
    battaglia (vv. 75-77).

64 II, i, 63 quarters: «alloggiamenti», ma anche ‘camere’, ‘quartieri privati’. Sarebbe stato
    divertente, ma un po’ eccessivo, descrivere il Delfino che passa la notte «a fare avanti e indietro
    tra il suo quartierino e il mio comando» (vv. 66-68).

65 II, ii, didascalia Continua la sequenza cronologica e Shakespeare si prende altre libertà rispetto
    alle cronache storiche, secondo cui il corpo di Salisbury, come quello di Enrico V, fu riportato in
    Inghilterra.

66 II, ii, 46 When ladies... with: detto maliziosamente dei capricci amorosi delle dame.

67 II, iii, didascalia L’episodio della visita di Talbot al castello della Contessa di Auvergne è pura
    invenzione, anche se Shakespeare poteva essere a conoscenza di situazioni analoghe, avvenute
    nel 1591, quando gli Inglesi combattevano (con scarso successo) in Francia. La funzione
    drammatica della scena è quella di ribadire sia la carica sovversiva dei personaggi femminili, che
    si ispirano ai grandi esempi dell’antichità, sia la forza d’animo di Talbot, che non soggiace a un
    compiacimento individualistico, ma si considera sempre parte di un organismo più vasto. Qui egli
    è il capo di un esercito che è la sua “sostanza” (e quindi è sempre con lui), altrove si comporta
    come umile e fedele suddito di Re Enrico. Secondo S. Burckhardt (Shakespearean Meanings,
    Princeton, N.J., 1968), in questa scena Talbot dimostra una nuova consapevolezza del
    linguaggio, pari a quella che sta cercando lo stesso Shakespeare, e, attraverso l’opera del
    drammaturgo, l’Inghilterra elisabettiana. Per J.A. Riddell (Talbot and the Countess of Auvergne ,
    «Shakespeare Quarterly», 1977, pp. 51-57), la magnanimità di Talbot esalta l’etica
    rinascimentale, superiore al semplice sfoggio di valore bellico.

68 II, iii, 6 Tomiri, antica regina degli Sciti, una popolazione situata tra i Carpazi, il fiume Don e il Mar
    Caspio, uccide, nel 529 a.C., Ciro, re di Persia, che aveva mandato a morte il figlio di lei.

69 II, iii, 21-23 Secondo Cairncross, dalla descrizione fisica di Talbot si può dedurre che lo stesso
    attore recitasse la sua parte e quella di Riccardo di Gloucester (poi Riccardo III). Hattaway
    ricorda il ritratto di André Thévet in Pourtraits et vies des hommes illustres (1584), in cui Talbot
    risultava essere «d’assez moyenne stature».

70 II, iii, 35-37 Il contrasto è tra shadow (‘immagine’, ‘parvenza’) e substance (‘sostanza
    materiale’, ma anche ‘proprietà’). Talbot utilizza il linguaggio della Contessa trasformando
    substance in un riferimento alle sue sostanze, cioè all’esercito che si è portato con sé. Emrys
    Jones ricorda che shadow era usato dagli Elisabettiani come sinonimo di ‘attore’, mentre shape si
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