Page 312 - Shakespeare - Vol. 1
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una insinuazione impossibile, dal momento che la causa dell’alleanza di Borgogna con l’Inghilterra
era l’assassinio del padre da parte degli uomini di Carlo VII».
113 III, iii, 85 La battuta sarcastica di Giovanna è tanto più aspra dopo la sua tirata patriottica: ma,
dopo tutto, anche Borgogna è un uomo (Frenchman) . Turn and turn again mi pare evochi il
nostro ‘girella’, definito, nel Dizionario di Tommaseo e Bellini (1865): «Non solo l’uomo volubile
per stravaganza, ma mutabile per fini vili. Parola d’alta politica».
114 III, iv, didascalia Il drammaturgo collega due eventi separati nel tempo. Enrico viene incoronato
a Parigi nel 1431, Talbot diviene Conte di Shrewsbury nel 1442. Il momento solenne è, ancora
una volta, rovinato da una contesa: il litigio tra Basset e Vernon che continua nella scena
seguente.
115 III, iv, 35 Sirrah è spregiativo per Sir.
116 III, iv, 38-39 Basset allude al fatto che era proibito impugnare armi in un edificio regale.
117 IV, i, didascalia Come già in precedenza, Shakespeare rimescola la cronologia della Guerra dei
Cent’Anni. All’incoronazione del 1431 erano assenti Talbot, ancora in mano ai francesi dopo la
battaglia di Patay (1429), Exeter, che era morto, e Gloucester, rimasto in Inghilterra come
Protettore del Regno. La lettera di Borgogna fu scritta nel 1435 e Fastolf venne privato
dell’ordine della Giarrettiera da Bedford, appunto dopo la battaglia di Patay. Ciò che conta, in
termini drammatici, è il rovesciamento paradigmatico del rituale di corte, che dovrebbe essere
trionfale per il giovane re, in una sequela di litigi e di cattive notizie. In questa scena arriva a
corte la notizia del tradimento di Borgogna, portata dal vile Fastolf, privato della sua alta
onorificenza davanti a un sovrano a cui toccherà sorte ancora peggiore. D’altra parte, il
perdurare della contesa tra Basset e Vernon coinvolge quelli che sono ormai i capi di due fazioni
nemiche, Riccardo di York e il Duca di Somerset. L’improvvida decisione del sovrano, che si
appunta sul petto una rosa rossa, prepara una frattura forse inevitabile con gli Yorkisti. A
conclusione della scena, lo sconsolato monologo di Exeter, simile nella struttura dell’opera a quello
pronunciato alla fine di III, i, conferma l’avanzata del caos e dell’anarchia militare, che avranno,
come conseguenza immediata, la morte del campione inglese, Talbot, sul campo di battaglia.
118 IV, i, 13-15 L’ordine cavalleresco della Giarrettiera, istituito da Edoardo III intorno al 1347, ha
come insegna una giarrettiera di velluto azzurro con fibbia d’oro e come motto Honni soit qui mal
y pense.
119 IV, i, 64 my Uncle Burgundy: lo zio di Enrico VI, il Duca di Bedford, aveva sposato Anna, sorella
del Duca di Borgogna, Filippo il Buono, co-reggente della Francia, prima del suo tradimento,
assieme allo stesso Bedford. Si noti l’ingenuità del giovane re, che chiama ancora Borgogna con
l’appellativo di «zio» e, subito dopo (vv. 68-69), si rivolge a un’altra figura paterna, Talbot,
perché punisca colui che ha tradito la sua fiducia e il legame di parentela.
120 IV, ii, didascalia Con un balzo in avanti di 22 anni, il drammaturgo porta lo spettatore di fronte
alle porte di Bordeaux, dove inizia la sequenza tragica della morte di Talbot, avvenuta nel 1453 a
Castillon, trenta miglia a est di Bordeaux. La battaglia di Castillon viene ricostruita da E.F. Jacob,
The Fifteenth Century 1399-1485, Oxford, 1961, pp. 504-506.
121 IV, ii, 22 sgg. Comincia da qui una serie di metafore legate alla caccia, che culminerà
nell’immagine degli inglesi simili a cervi assaliti da segugi assetati di sangue. Il linguaggio
metaforico avvolge i terribili eventi d’un nobile tessuto di parole, degno d’un arazzo medievale. Ci
penserà la Pulzella, alla fine dell’Atto, a dare brutale e quasi fisiologica concretezza al massacro.
122 IV, iii, didascalia Questa scena e la successiva sono inventate dal drammaturgo. Appartenente
alla ricostruzione storica è invece il dissidio tra York e Somerset in Francia.
123 IV, iii, 17 Il personaggio di Lucy è frutto dell’immaginazione di Shakespeare, che ne fa un uso
efficace, affidando alle sue parole il senso di impotenza e di angoscia, che è di tutta una
generazione (quella del defunto Re Enrico V) al tramonto.
124 IV, iii, 31-33 Hattaway introduce un a parte, che isola la battuta di York, dando ad essa il
carattere d’una riflessione machiavellica sulle possibili vantaggiose conseguenze politiche che