Page 307 - Shakespeare - Vol. 1
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signore del Delfinato), sia che si tratti del mammifero acquatico. Più difficile da rendere è
    l’assonanza dolphin/dog-fish. Nella scala delle gerarchie animali elisabettiane, il delfino e il
    pescecane si trovavano agli estremi opposti.

45 I, v, 4 I’ll... thee: contiene un’allusione di tipo sessuale (cfr. III, ii, 56). Dallagiacoma rende, in
    modo ancora più esplicito, «Voglio farmela con te». Alle provocazioni di Talbot, la Pulzella
    risponde con il sarcasmo e con una visione militare che appare assai più lucida di quella del suo
    oppositore, il quale, non riuscendo ad avere la meglio, ricorre subito alle comode spiegazioni
    sovrannaturali (vv. 19-21).

46 I, v, 21 A witch... like Hannibal: e tuttavia Talbot si contraddice, quando paragona la «strega»
    invincibile al grande Annibale, il quale, secondo Livio e Plutarco, aveva fatto legare delle torce
    accese sulle corna di duemila buoi, ingannando i Romani sul numero di soldati a sua disposizione.
    Non diavolerie, dunque, ma legittime tattiche di guerra.

47 I, v, 28 Tolti i tre quarti dello stemma inglese, che contengono i leoni rampanti, rimane l’ultimo
    quarto, che raffigura i fiordalisi di Francia.

48 I, vi, didascalia Prosegue l’azione precedente. Giovanna si trova sulla zona superiore del
    palcoscenico, che probabilmente abbandona dopo aver pronunciato un’unica battuta, per
    consentire la preparazione della scena successiva (Hattaway).

49 I, vi, 4 Astrea, dea della giustizia e figlia di Giove, vive nell’Età dell’Oro. In seguito, Astrea sarà
    identificata con la Regina Elisabetta, soprattutto dopo la sua morte (1603). Cfr. F.A. Yates,
    Astrea. L’idea di Impero nel Cinquecento [1974], Torino, 1978.

50 I, vi, 6 Nella Storia naturale di Plinio il Vecchio e nella Faerie Queene di Edmund Spenser, i giardini
    di Adone sono celebrati per la fertilità del suolo. È un’altra allusione all’Età dell’Oro portata dalla
    Pulzella.

51 I, vi, 16 how we have played the men: i nobili francesi hanno «recitato» (played), da bravi
    attori, un ruolo virile. Battute come queste rivelano ironicamente quella qualità femminile con cui
    Shakespeare sembra caratterizzare il campo del Delfino (cfr. Prefazione).

52 I, vi, 17-18 Come una donna mutevole, il Delfino si entusiasma al primo successo ed è pronto a
    spartire tutto (anche il letto) con la «grande profetessa». Lo vedremo in II, i, al primo rovescio
    della sorte, prendersela con Giovanna non meno dei nemici inglesi.

53 I, vi, 22 Rodopi, personaggio leggendario, divenuta regina di Menfi, costruì una piramide come
    suo mausoleo. Era considerata una donna lussuriosa, e dunque il paragone del Delfino è a
    doppio senso.

54 I, vi, 25 Secondo Plutarco, Alessandro avrebbe trovato tra i gioielli del re persiano Dario, a Gaza,
    uno scrigno in cui erano conservate le opere di Omero. Qui lo scrigno è fastosamente ingioiellato
    (rich-jewelled coffer), mentre in altri testi contemporanei ci si riferisce a uno scrigno contenente
    gioielli (jewel-coffer).

55 I, vi, 28 Saint Denis. San Dionigi, vescovo di Parigi, patrono di Francia.

56 I, vi, 29 Qui Shakespeare, nel rendere le lodi sperticate del Delfino, anticipa il corso della storia.
    La Pulzella fu figura controversa per molti secoli, non particolarmente cara alla Chiesa cattolica, a
    cui si poteva far risalire la sua morte. Solo il XX secolo ha riscoperto questo personaggio,
    beatificato nel 1909 ed elevato al rango di Santa Giovanna nel 1920, resuscitando la Pulzella a
    teatro (con G.B. Shaw, Paul Claudel, Bertolt Brecht) e al cinema; e, come s’intende,
    sottoponendola a strumentalizzazione politica in chiave patriottica e reazionaria. Della fortuna di
    Giovanna d’Arco nel nostro secolo si è occupato lo studioso shakespeariano D. Goy-Blanquet in
    French Maid of All Work, nel «Times Literary Supplement», 18 marzo 1994, p. 18.

57 II, i, didascalia La riconquista di Orléans da parte di Talbot è invenzione di Shakespeare.
    Hattaway sottolinea il taglio quasi cinematografico della scena, che sposta rapidamente l’azione
    dai soldati francesi (in alto, oppure sul palcoscenico, nel qual caso gli inglesi salgono sul
    palcoscenico dalla platea) agli aggressori.
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