Page 302 - Shakespeare - Vol. 1
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1445, Enrico VI trattò segretamente la cessione della contea del Maine,
dando così l’impressione che volesse rinunciare alla sovranità su di essa e
che gli inglesi non fossero più in condizione di reggere la pressione
diplomatica e militare.
Se Enrico aveva sperato in questo modo di ottenere la pace, la delusione fu
cocente. Tra il 1446 e il 1448 i francesi non risparmiarono gli sforzi per
conquistare il Maine che gli inglesi - in possesso della capitale Le Mans -
non volevano cedere. Nel 1448 essi dovettero però arrendersi. Quindici
mesi più tardi, col pretesto che gli inglesi avevano rotto la tregua, i francesi
invasero la Normandia da più direzioni. L’attacco, ben organizzato,
condusse a una campagna di meno di un anno. Entro l’inizio dell’estate del
1450, gli inglesi, scacciati dai loro territori e sconfitti in campo aperto a
Formigny all’inizio di aprile, avevano perso il controllo sulla Francia
settentrionale. Solo Calais rimaneva nelle loro mani. La questione era
quindi stata in definitiva risolta con le armi.
Si era ormai alla fine. L’Aquitania, ancora inglese, dal 1413 non aveva
attirato l’attenzione dei contendenti, poiché lo sforzo militare era stato
concentrato a nord. Né Enrico VI, né suo figlio avevano dato priorità al
problema aquitano, cioè alla vecchia questione feudale. Il ducato non era
comunque stato dimenticato. Quando Filippo di Borgogna abbandonò
l’alleanza con gli inglesi e tornò in campo francese nel 1435, egli lasciò
libere delle truppe francesi nella Francia orientale che Carlo VII era ora in
grado di impiegare nel sud-ovest. Nel 1442, sia il re che il Delfino Luigi
compirono una spedizione in Aquitania che preoccupò molto il governo di
Londra. Subito dopo sopravvenne la tregua di Tours. Tuttavia, quando la
guerra riprese nel 1449 e la Normandia venne riconquistata, non rimaneva
che rivolgersi all’Aquitania, dove gli inglesi erano isolati e senza dubbio
inquieti. Nel 1451 i francesi invasero e occuparono quasi tutto il ducato e
presero Bordeaux. L’anno seguente, un complotto inglese concertato con la
fazione filoinglese locale fece però ritornare la città in mano nemica. Il
partito favorevole a Londra dovette tuttavia rendersi conto che non
sarebbe stato in grado di resistere a lungo, neppure con l’aiuto dei suoi
protettori in Inghilterra. E infatti, nel 1453, i francesi tornarono in forze e, a
Castillon, il 17 luglio, sconfissero gli inglesi il cui comandante, John Talbot,
conte di Shrewsbury, uomo di grande esperienza, fu vittima del micidiale
fuoco di artiglieria francese.
Anche se forse i contemporanei non se ne resero subito conto, la Guerra
dei Cent’Anni era finita.

                                                (C. Allmand, Garzanti 1990, pp. 49-54).
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