Page 305 - Shakespeare - Vol. 1
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1525, ogni soldato inglese, vittorioso sui francesi nel 1367, era indicato come «degno d’un
Orlando o d’un Oliviero», cioè dei due Paladini di Carlo Magno celebrati nella Chanson de Roland,
risalente al XII secolo.
21 I, ii, 37 Il testo dice hare-brained slaves, poiché pazze sono le lepri (marzoline), come ben
sapeva Lewis Carroll, l’autore di Alice in Wonderland. Qui s’è preferito ricorrere all’espressione
italiana ‘matto come un cavallo’, visto che, in precedenza, gli Inglesi sono stati già paragonati a
dei muli.
22 I, ii, 56 Le sibille, profetesse dell’antichità greco-romana, erano ispirate da Apollo. Di solito erano
quattro o dieci, ma Shakespeare può aver avuto in mente i nove libri della Sibilla Cumana.
23 I, ii, didascalia dopo il v. 63 Nell’in-folio Enter Joane Puzel. Il termine indicava fanciulla, vergine,
ma anche, dispregiativamente, puttana, etc. L’incontro tra il Delfino e Giovanna è descritto in
dettaglio dallo Holinshed: «Contrariamente a Hall, Holinshed riporta la testimonianza degli storici
francesi e, sulla loro falsariga, narra i particolari dell’incontro» (M. Quadri, A.M. Bernini, G. Mochi,
Premessa a Nel laboratorio di Shakespeare, cit., p. 16).
24 I, ii, 71 La battuta di Reignier introduce una serie di doppi sensi erotici, che vengono ripresi al
verso 95, poi ai vv. 102-103, di cui la Pulzella è fatta oggetto, ma che ella stessa sembra
accettare e riprendere con spregiudicatezza.
25 I, ii, 100-101 Secondo Hattaway la battuta è pronunciata a parte (aside), con evidente intento
ironico. La «spada affilata» della Pulzella è, in realtà, un ferrovecchio.
26 I, ii, 104 Le Amazzoni erano leggendarie donne guerriere abitanti nella Cappadocia (nell’Anatolia
centrale), che avrebbero partecipato alla difesa di Troia. Si privavano d’una mammella ( a-
mazos) per tendere meglio l’arco.
27 I, ii, 105 Debora, profetessa e giudice d’Israele, guida il suo popolo contro i Cananei.
28 I, ii, 131 La festa di San Martino si tiene l’11 novembre. Secondo la Storia naturale di Plinio il
Vecchio, in questo periodo i martin pescatori covano le uova dentro i nidi galleggianti sulla
superficie calma del mare. Da qui l’espressione halcyons’ days, che rendiamo quindi con «giorni
fecondi».
29 I, ii, 138-139 Si riferisce a un episodio raccontato da Plutarco nelle sue Vite (conosciute da
Shakespeare nella traduzione del North), in cui Giulio Cesare rincuora, allo scoppiare d’una
tempesta, il capitano della nave in rotta per Brindisi, ricordandogli che egli porta a bordo anche la
sua buona sorte.
30 I, ii, 140 Agli Elisabettiani era largamente nota la leggenda della colomba di Maometto, saggia
quanto lo Spirito Santo dei Cristiani.
31 I, ii, 141 L’aquila è uccello associato a S. Giovanni Evangelista o a Cristo stesso.
32 I, ii, 142 Guidata da una visione celeste, Elena, la madre dell’imperatore Costantino, aveva
rintracciato a Gerusalemme, sul Monte Calvario, la croce del sacrificio di Cristo, com’è raccontato
ad esempio negli affreschi del Ciclo della Croce, dipinti da Piero della Francesca ad Arezzo.
33 I, ii, 143 Quattro vergini profetesse, figlie del diacono Filippo negli Atti degli Apostoli.
34 I, iii, didascalia La scena, che si ricollega alla prima, dovrebbe aver luogo nel 1424 o nel 1441. In
questo secondo caso, Winchester era già stato fatto cardinale, come risulta ai versi 36 e 49. Di
fatto, l’azione è ferma al momento del funerale di Enrico V: «L’azzeramento del tempo
cronologico [...] comporta, naturalmente, una violazione dei tempi storici a cui gli eventi
appartengono, ma permette di marcare la valenza simbolica del tempo drammatico, il quale,
ruotando intorno alla morte di Enrico V, accresce la tensione delle vicende rappresentate» (M.
Quadri, Commento di Henry VI, in Nel laboratorio di Shakespeare, cit., p. 64). Tutta la scena è
caratterizzata dal forte contrasto cromatico tra le «divise blu» (blue coats) dei domestici di
Gloucester e quelle marroni (tawny coats) dei domestici di Winchester. Nelle già citate versioni,
A. Dallagiacoma traduce «livree azzurre» e «livree rosso-brune», C. Vico Lodovici, «divise blu» e
«divise gialle». Il colore marrone mi è sembrato più adatto alle vesti (quasi monacali?) dei