Page 304 - Shakespeare - Vol. 1
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(Bibbia di Ginevra), stampata in inglese a partire dal 1576 e la più popolare tra i contemporanei di
    Shakespeare fino alla comparsa della Versione di Giacomo I (1611).

 7 I, i, 39-40 La superbia della moglie di Gloucester, menzionata da Winchester, verrà mostrata
    soprattutto nella seconda parte dell’Enrico VI. In Shakespeare’s Division of Experience (New
    York, 1981), Marilyn French ha sottolineato come Gloucester e Winchester si accusino a vicenda
    di subordinazione a un principio o a una figura femminile (la Chiesa di Roma per l’alto prelato e la
    moglie per Gloucester). Appare così il motivo ricorrente in tutta la trilogia della pericolosità del
    femminile in un mondo rigidamente patriarcale.

 8 I, i, 56 Bedford viene interrotto dall’arrivo del Messaggero, mentre, probabilmente, seguendo la
    lezione delle Metamorfosi di Ovidio, sta evocando il nome di Ottaviano Augusto (Hattaway).
    Secondo Cairncross l’interruzione del verso può essere dovuta alla difficoltà di interpretare la
    copia dell’opera da parte dell’estensore del primo in-folio. In ogni caso, Enrico V emerge come un
    eroe di proporzioni bibliche, ovvero degno dell’antica Roma. Storicamente non è vero che la
    fortuna delle armi inglesi in Francia conobbe gravi rovesci subito dopo la morte di Enrico V. Ma il
    drammaturgo condensa gli eventi, attuando un vero e proprio “montaggio” scenico.

 9 I, i, 60-61 e 65 Città francesi strappate agli Inglesi in momenti differenti della Guerra, tra il 1429
    e il 1451. Parigi cadde nel 1436.

10 I, i, 80 Il fiordaliso, o fleurs-de-lis, è il simbolo araldico della monarchia francese, a cui ambivano i
    sovrani inglesi, fin da quando, nel 1308, Edoardo II Plantageneto aveva sposato Isabella, figlia di
    Filippo IV.

11 I, i, 92 Carlo VII, incoronato una prima volta a Poitiers poche settimane dopo la morte del padre
    Carlo VI, che gli aveva negato la successione a favore di Enrico V d’Inghilterra (e quindi del di lui
    figlio Enrico VI), era stato nuovamente proclamato Re di Francia a Reims nel 1429 per iniziativa
    di Giovanna d’Arco.

12 I, i, 105-106 Si tratta della battaglia di Patay, combattuta nel 1429. Il lungo discorso del
    Messaggero, che segue, è un esempio preciso di quella «maniera epico-descrittiva» che
    Wolfgang Clemen considera caratteristica di tutti i primi history plays shakespeariani
    (Shakespeare’s Dramatic Art, London, 1972).

13 I, i, 131 Nell’in-folio il nome di questo aristocratico codardo, che è un vero anti-Talbot, è dato
    come Falstaff, ma non ha nulla a che fare con il più celebre personaggio dell’ Enrico IV. Hattaway
    lo emenda in Fastolf sulla base della grafia usata dallo Holinshed.

14 I, i, 137-138 Talbot viene colpito a tradimento da un abitante della Vallonia, oggi la parte
    meridionale del Belgio, come a dire (ai tempi di Shakespeare), da un mercenario di fede
    cattolica.

15 I, i, 154 La festa di San Giorgio cadeva il 23 aprile.

16 I, i, 167 Evidentemente la Torre di Londra, vicino a cui si svolge anche la terza scena di questo
    atto.

17 I, i, 170-172 Il figlio di Enrico V era sotto la custodia di Exeter e di Winchester. Nel 1427,
    secondo l’autorità dello Hall e dello Holinshed, Warwick subentrò come governatore del re
    fanciullo.

18 I, ii, didascalia La scena si svolge nel 1429, davanti a Orléans, assediata dagli Inglesi allo stremo
    delle forze. Dopo la caratterizzazione dei nobili inglesi, pieni di intenzioni bellicose, ma anche
    lamentosi e già in disaccordo l’uno con l’altro, Shakespeare costruisce per parallelismi e antitesi il
    campo francese, i cui comandanti sono costretti, malgrado la loro altezzosità, ad ammirare
    l’accanimento degli inglesi, descritti con un buon numero di luoghi comuni.

19 I, ii, 1-2 L’orbita eccentrica di Marte costituiva uno degli enigmi astronomici del Rinascimento.
    Essa fu spiegata da Keplero solo nel 1609. Si noti come mitologia e scienza convivano senza
    traumi nella letteratura elisabettiana, nutrita di valori umanistici.

20 I, ii, 29-30 Nelle Chroniques di Jean Froissart, tradotte in inglese da Lord Berners tra il 1523 e il
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