Page 315 - Shakespeare - Vol. 1
P. 315

quando il nobile aveva provato a recitare la parte del Delfino di fronte alla Pulzella in I, ii.

147 V, iii, 84 a cooling card, cioè una carta che raffredda le speranze di vittoria dell’avversario.

148 V, iii, 89 a wooden thing si può riferire al re, ma anche all’impresa poco gratificante, che costringe
     Suffolk a conquistare il cuore di Margherita per il suo sovrano. Si traduce spesso: ‘un pezzo di
     legno’; «testa di legno» sembra più efficace.

149 V, iii, 116 «libertà» come ‘licenza sessuale’, intende Margherita, che si mostra in grado di tener
     testa alle profferte un po’ equivoche di Suffolk.

150 V, iii, 120-121 Gioco di parole (o lapsus involontario) sull’aggettivo possessivo my/his.

151 V, iii, 175 Hattaway ripristina madam, come nell’in-folio (che potrebbe contenere un’allusione alle
     aspettative amorose di Suffolk, il quale vede già Margherita come sua amante), mentre
     Cairncross emendava in maid, ‘vergine, fanciulla’ (come la Pulzella, e altrettanto pericolosa).

152 V, iii, 192 Mad, nel senso di ‘straordinario’, ‘fuori dalla norma’, a meno di non emendare in and,
     come hanno fatto alcuni curatori del dramma.

153 V, iv, didascalia Giovanna fu bruciata a Rouen nel 1431, dopo un famoso processo (rinvio alla
     Bibliografia). Shakespeare inventa l’incontro con il padre, che conferma drammaticamente, da
     parte della Pulzella, il rifiuto di qualsiasi autorità patriarcale, e utilizza Holinshed per la notizia della
     gravidanza della Pulzella. L’intera scena fa di Giovanna, più che una strega diabolica, una virago
     scatenata contro tutti gli uomini, non importa se inglesi o francesi (questi ultimi indicati a turno
     come genitori della creatura che ella porta nel grembo, simile a una Madonna blasfema). Assai
     meno efficaci appaiono in confronto le solite facezie degli Inglesi, su cui graverà la maledizione
     lanciata dalla Pulzella prima di essere condotta sul rogo.

154 V, iv, 21-22 S’è reso con «oro zecchino» e «zecchino» il gioco di parole che intende noble come
     aggettivo indicante nascita elevata, ma anche come sostantivo, che si riferisce a una moneta
     d’oro del valore d’un terzo della sterlina.

155 V, iv, 49 misconceivèd: potrebbe valere anche ‘malcreato’, con possibile allusione a una nascita
     illegittima di Riccardo di York.

156 V, iv, 74 Non poteva mancare un diretto riferimento a Machiavelli, incarnatosi qui nella figura di
     Alençon, che si mostra all’altezza della fama ai vv. 163-164 della scena. A un altro Duca
     d’Alençon, poi salito sul trono di Francia con il nome di Enrico III, era dedicato il Contre-Machiavel
     di Gentillet (1576), che aveva dato inizio alla “leggenda nera”, trasformando lo scrittore fiorentino
     in una figura satanica.

157 V, iv, 85 Catherine Belsey, in The Subject of Tragedy. Identity and Difference in Renaissance
     Drama (New York, 1985), ricorda che nel 1591 era uscito a Londra News from Scotland, il
     resoconto di un processo alle streghe celebrato in Scozia nell’inverno tra il 1590 e il 1591 da Re
     Giacomo, il futuro successore di Elisabetta sul trono inglese, dei cui studi demonologici
     Shakespeare si sarebbe ricordato nel Macbeth. La Belsey osserva che le torture inflitte alle
     streghe non erano pratica comune in Inghilterra e che l’esecuzione veniva sospesa nel caso la
     colpevole risultasse incinta. Da qui la domanda assai pertinente: qual era la reazione del pubblico
     inglese di fronte alla crudeltà dei torturatori di Giovanna?

158 V, iv, didascalia dopo il v. 91 Di solito la didascalia viene spostata in avanti di due versi, dopo la
     battuta finale di York contro Giovanna. Hattaway argomenta che Winchester potrebbe assistere
     alla condanna definitiva della Pulzella. In ogni caso, la scena continua fornendo i dettagli della
     pace di Arras (1435), magnificata come una vittoria degli inglesi e accettata dai francesi di
     malavoglia, mentre nella realtà storica si trattò di un compromesso temporaneo a cui nessuna
     delle due parti intendeva sottostare a lungo.

159 V, iv, 171-172 La solenne ripetizione («alla corona d’Inghilterra») fa suonare una nota di trionfo,
     subito smentita dalle contese matrimoniali che emergono nella scena seguente. Inoltre essa, in
     bocca a York, appare presaga delle ambizioni del Duca, che, in precedenza, si era lamentato
     con Warwick delle condizioni onerose del trattato di pace (vv. 102-112), come se fosse stata la
     sua Francia a essere perduta.
   310   311   312   313   314   315   316   317   318   319   320