Page 148 - Shakespeare - Vol. 1
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Fermati, prendi fiato: t’ho dato vita,
 e alla morte io t’ho strappato.

JOHN

 O due volte padre mio, due volte ti son figlio.
 La vita, che mi desti un dì, ormai era perduta,
 finché con la tua spada guerriera,
 tenendo il fato in gran dispetto, hai conferito
 un nuovo termine al tempo a me assegnato.

T ALBOT

 Quando dall’elmo del Delfino la tua spada
 trasse scintille, si scaldò il cuore di tuo padre
 nell’attesa orgogliosa d’una ardita vittoria.
 Allora questa età pesante come il piombo,
 attizzata dal coraggio d’un giovane,
 dalla sua furia bellicosa, indietro
 ricacciò Alençon, Orléans, Borgogna,
 e dalla superba Gallia ti ha salvato.
 L’iroso Bastardo d’Orléans, che cavò sangue
 da te, ragazzo mio, e si prese la verginità
 del primo scontro, presto affrontai,
 e, nello scambio dei colpi, tosto sparsi
 un po’ del suo sangue bastardo, e con sdegno
 così lo apostrofai: “Sangue contaminato,
 vile e malcreato, io ti faccio sgorgare,
 mediocre e impoverito, a risarcire
 il sangue puro di Talbot che hai sottratto
 a Talbot, il mio ragazzo coraggioso”.
 Qui, mentre ero intento a distruggere il Bastardo,
 gli arrivò gran copia di rinforzi.
 Parla, protetto di tuo padre, non sei stanco, John?
 Come stai? Lascerai adesso la battaglia?
 Fuggirai ora che hai avuto l’investitura
 cavalleresca? T’invola, a vendicare
 la mia morte, se cadrò ucciso.
 L’aiuto di uno solo poco mi giova.
 Oh, è follia troppo grande, lo so bene,
 rischiare in un piccol guscio le nostre vite.
 Se non perisco oggi sotto la furia francese,
 morrò domani per l’età avanzata.
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