Page 75 - Nietzsche - Su verità e menzogna
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possedeva per lo meno il vantaggio, rispetto ad Anassimandro, di non aver bisogno di derivare i
     molti dall’uno, il divenire dall’essere.
       Nella  sua  mescolanza  universale  dei  semi,  Anassagora  dovette  naturalmente  ammettere

     un’eccezione: il nous non era allora e non è neppure oggi mescolato ad alcuna cosa. Perché se
     fosse mescolato anche soltanto a uno degli essenti, esso dovrebbe allora risiedere, per infinite
     divisioni,  in  tutte  le  cose.  Questa  eccezione  è  assai  preoccupante  dal  punto  di  vista  logico,
     soprattutto considerando la natura materiale del nous precedentemente descritta. L’eccezione ha

     un qualcosa di mitologico e sembra arbitraria; in base alle premesse di Anassagora, essa era
     tuttavia rigidamente necessaria.
       Lo  spirito,  che  d’altronde  è  divisibile  all’infinito  come  ogni  altra  materia  –  con  la  sola
     differenza che, quando si divide, lo fa da sé e non per opera di altre materie e si ammassa in

     quantità ora maggiori, ora minori – possiede la medesima massa e qualità fin dall’eternità: e ciò
     che in questo istante, in tutto il mondo, negli animali, nelle piante e negli uomini, è spirito, era
     tale  già  da  millenni,  in  misura  né  maggior  né  minore,  sebbene  distribuito  diversamente.  Ma
     laddove  lo  spirito  viene  in  rapporto  con  un’altra  sostanza,  non  si  mescola  ad  essa,  bensì  la

     afferra per libera volontà, la muove a la spinge secondo arbitrio, in breve: esercita su di essa un
     dominio. Essendo il solo a possedere in sé il movimento, lo spirito è anche il solo nel mondo ad
     essere sovrano, e dimostra questo fatto muovendo le sostanze-semi. Ma verso dove le muove?
     Oppure  il  movimento  è  pensabile  anche  prescindendo  da  una  direzione,  da  una  traiettoria?

     L’arbitrio dello spirito negli urti è forse tale che esso può a volte provocarli, e a volte no? In
     breve:  nell’ambito  del  movimento  domina  forse  il  caso,  ossia  la  più  cieca  arbitrarietà?
     Valicando  questo  limite  ci  addentriamo  nel  luogo  più  sacro  del  territorio  di  pensiero  di
     Anassagora.
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