Page 87 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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sua esperienza di guerra, sul campo, era durata tre gior-
                   Erwin Rohde. Spiegava che solo il caso lo aveva indiriz-
 ni.  Come  all’epoca  del  servizio  militare,  anche  questa  che il proprio successore a quella di filologia nell’amico
 volta  la  malattia  era  intervenuta  per  toglierlo  da  una  zato alla filologia, ma che lui si sentiva da sempre por-
 avventura per cui non era tagliato. Non che il coraggio  tato per la filosofia. Attribuiva anche i suoi disturbi e la
 fisico gli mancasse proprio del tutto. Di fronte ai peri-  sua stanchezza a questa “fourchette” fra il lavoro di fi-
 coli naturali, le rarissime volte che gli toccò di affrontar-  lologo e la sua vera vocazione. Se i professori di Basilea,
 li, dimostrava se non audacia una certa imperturbabilità.  da lui sempre sbertucciati, non fossero stati quelle brave
 Ma degli uomini, della loro fisicità, della loro aggressi-  persone che erano, una lettera di tale sprovvedutezza e
 vità, aveva un autentico terrore. Inoltre aveva uno sto-  improntitudine  gli  sarebbe  costata  la  cattedra.  Vischer
 maco troppo delicato ed era troppo sensibile per regge-  fece finta di non averla ricevuta. E poiché il professore
 re una faccenda come la guerra. Cosima aveva predetto  si diceva stanco ed esaurito gli concesse qualche mese di
 anche  questo.  Gli  aveva  scritto:  «Lei  non  è  fatto  per  vacanza senza togliergli un franco dallo stipendio.
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 assistere a simili scene di orrore» .  Nietzsche non aveva alcun requisito per candidarsi a
 Dopo  aver  passato  la  convalescenza  a  Naumburg  e  una cattedra di filosofia. Come filosofo era un dilettante.
 aver  rinunciato  a  tornare  sul  teatro  di  una  guerra  che  Conosceva  benissimo,  ovviamente,  i  filosofi  greci  e  in
 stava rapidamente finendo (Parigi capitolò il 28 gennaio  particolare  i  presocratici,  cui  andava  il  suo  interesse
 del  1871),  Nietzsche  rientrò  a  Basilea  verso  la  fine  di  (mentre Socrate, avendo fatto prevalere la ragione sul-
 ottobre  per  riprendere  le  lezioni.  Poco  tempo  dopo  l’istinto, era un “corruttore”), poi c’era un salto di quasi
 cominciò  ad  accusare  gravi  insonnie,  gastriti,  disturbi  duemila anni fino ai tempi suoi. Ma anche dei contem-
 emorroidali.  Ma,  soprattutto,  si  sentiva  debole,  fiacco,  poranei conosceva di prima mano solo Schopenhauer e
 spossato. Attribuiva questi malesseri al fatto di doversi  Fuerbach, di Kant aveva letto La critica del giudizio, per
 occupare di una materia di cui, in realtà, non gli impor-  il  resto  della  sua  opera  si  era  affidato  al  manuale  di
 tava nulla. Scrive a Rohde favoleggiando di creare una  Kuno Fischer, di Hegel aveva sfogliato qualcosa. Per un
 nuova  Accademia  greca  dove,  lontani  dai  rumori  del  formidabile  assimilatore  e  assemblatore  come  lui  era
 mondo, i due amici si ritroveranno, insieme a pochi altri  quanto bastava per diventare uno dei più grandi, forse
 eletti, per discutere liberamente di tutto. Sta già rispar-  il  più  grande,  certo  il  più  originale,  filosofo  dell’Otto-
 miando  i  soldi  per  una  eventualità  del  genere.  Pochi  cento, ma non per fare il professore di filosofia.
 mesi  dopo  dirà,  ancora  a  Rohde:  «Vivo,  rispetto  alla  Fallito il tentativo, Nietzsche partì con la sorella per
 filologia,  in  una  estraniazione  insolente...  Un  po’  alla  una vacanza nel Nord Italia che non gli piacque, per cui
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 volta mi sto trasformando in un filosofo» .  si rifugiò a Lugano. Qui lavorò intensamente a un’opera
 D’improvviso, con uno degli atti tipici suoi che dimo-  che aveva in mente da tempo e di cui, prima di partire
 strano una scarsissima conoscenza degli usi di mondo,  per la guerra e durante le vacanze di Natale passate dai
 decide  di  scrivere  a  Wilhelm  Vischer,  gran  capo  del-  Wagner, aveva steso alcuni lavori preparatori. Alla base
 l’Università  di  Basilea  e  suo  mentore,  una  lettera  per  c’erano due conferenze che aveva tenuto nei primi mesi
 certi versi inaudita: si proponeva infatti per la cattedra  del 1870: Il dramma musicale greco e Socrate e la trage-
 di filosofia, che si era appena liberata per il trasferimen-  dia. Intitolata La nascita della tragedia dallo spirito della
 to del professor Teichmüller, e, non pago, indicava an-  musica, e ripubblicata agli inizi del 1872, sarebbe stata




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