Page 89 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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la prima opera di Friedrich Nietzsche. Per il momento
                   sorella. Cosima lo venne a sapere e annota nel suo diario
 però era ancora allo stato di abbozzo, sia pure in fase  lò la stessa prolusione, con la stessa dedica, anche alla
 avanzata, e Nietzsche, ai primi di aprile del 1871, puntò  l’11 maggio 1871: «Questa sera ho saputo da Clemens
 dritto su Tribschen per avere il parere di Wagner.  Brentano che il prof. Nietzsche ha ora dedicato anche
 Richard e Cosima si erano nel frattempo sposati, il 25  alla sorella, con la stessa poesia, il suo Omero che aveva
 agosto del 1870, regolarizzando la loro posizione. Nietz-  dedicato a me. Dapprima ci devo ridere sopra ma poi,
 sche avrebbe dovuto essere uno dei testimoni di nozze,  parlandone con Richard, vederci un segno sospetto, un
 ma  la  guerra  glielo  aveva  impedito.  Quando  Wagner  desiderio di tradimento, quasi per vendicarsi di non aver
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 lesse il manoscritto ci rimase malissimo: non parlava di  fatto una grande impressione» . E qualche mese dopo:
 lui.  Nietzsche  aveva  infatti  impostato  il  suo  lavoro  sul  «Anche in questo rapporto [con Nietzsche] Richard ha
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 rapporto fra la cultura greca e la Germania del suo tem-  profuso più amore di quanto ne abbia ricevuto» .
 po. Cosa gli abbia detto Wagner non è dato di sapere,  Rischiò anche di perdere tutto il buono che aveva con
 fatto sta che quando Nietzsche tornò a Basilea e ci rimi-  Wagner  per  un’altra  delle  sue  clamorose  gaffe.  Era  il
 se le mani ne uscì un’opera che aveva un tema parecchio  Natale del 1871. L’anno precedente Wagner aveva rega-
 diverso: trattava del rapporto di Wagner con la tragedia  lato a Cosima, che gli aveva dato da poco l’unico figlio
 greca e la tesi era che il dramma musicale wagneriano ne  maschio, L’idillio di Sigfrido che aveva composto per lei.
 rappresentava  la  rinascita.  Wagner  trovò  anche  chi  gli  Cosa fece lo sciagurato Nietzsche il Natale successivo?
 pubblicasse il libro: Fritzsch, il suo editore.  Regalò a Cosima Wagner una sua composizione (dopo
 Come premio per questo atto di devozione ebbe l’in-  sei  anni  di  silenzio  si  era  infatti  riscoperto  musicista),
 carico,  a  dicembre,  di  accompagnare  Cosima  da  Trib-  Eco di una notte di San Silvestro, per pianoforte a quat-
 schen a Mannheim dove Wagner si trovava per tenere,  tro mani (le mani, naturalmente, avrebbero dovuto esse-
 come direttore d’orchestra, un concerto benefico. Bene-  re le sue e quelle di Cosima). Regalò cioè alla moglie del
 fico, s’intende, per il suo festival di Bayreuth, al cui al-  più grande musicista del suo tempo, nello stesso giorno
 lestimento stava assiduamente lavorando. Per un paio di  in cui lo aveva fatto lui e dandogli lo stesso significato
 giorni Nietzsche viaggiò, da solo, con Cosima. Wagner,  simbolico,  una  propria  composizione,  mettendosi  in
 come  tutti  i  fedifraghi,  era  gelosissimo  e  se  lasciò  la  competizione con Wagner.
 moglie sola con un giovanotto che aveva sette anni meno  Non andò a Tribschen, dove pure era stato calorosa-
 di  lei  è  perché,  evidentemente,  lo  riteneva  inoffensivo.  mente  invitato,  perché  non  voleva  influenzare,  con  la
 Come cavalier servente Nietzsche accompagnò Cosima  sua presenza, il giudizio di Wagner. Il giorno di Natale
 anche al concerto. Era ormai, anche agli occhi del mon-  Cosima e Hans Richter si misero al piano per suonare la
 do, il più intimo di casa Wagner e Richard andava di-  musica  di  Nietzsche.  Wagner  ascoltava  seduto,  fosco,
 cendo in giro che dopo Cosima per lui c’era solo Nietz-  irrequieto,  nervosissimo,  rigirandosi  fra  le  mani  il  ber-
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 sche .            retto. Il cameriere, Jacob Stocker, che stava sparecchian-
 Cosima invece continuava a diffidare. Anche perché  do la tavola, si fermò ad ascoltare e prima di andarsene
 Nietzsche commetteva degli errori psicologici grossola-  in cucina disse: «Non mi pare proprio bello», Wagner
 ni. Regalò a Cosima la sua prolusione su Omero accom-  uscì dalla stanza e Cosima e Hans vennero presi da un
 pagnandola, come dedica, con una sua poesia. Ma rega-  tale  “fou  rire”  che  dovettero  smettere  di  suonare.  Ri-




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