Page 80 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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no snobbando i suoi ricevimenti, dove la cerimoniosità
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                   e la vuotaggine la facevano da padrone. Nietzsche, pro-                gione, una sorta di ampolloso e gigantesco pompino al
                   babilmente sbagliandosi, come sempre quando giudica-                   manoscritto,  e  lo  caldeggiò  presso  tutti  gli  amici  defi-
                                                                                                                            40
                   va persone in carne e ossa, la definì «L’unica donna in                nendolo «un saggio molto profondo» ; subì senza fiata-
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                   grande stile che abbia mai conosciuto» ; «La natura di                 re  implacabili  monologhi  sulla  filologia  classica,  la  sua
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                   gran  lunga  più  nobile» ;  «La  natura  più  aristocratica           materia, di cui il Maestro si impancava a grande cono-
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                   che  esista» ;  «La  voce  suprema  che  abbia  sentito  in            scitore  mentre,  ovviamente,  non  ne  sapeva  nulla;  fece
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                   fatto di gusto» . E fu a lei, che amò segretamente per                 finta di ignorare il bigottismo religioso di Cosima, che
                   tutta  la  vita,  e  non  a  Lou  Salomé,  che,  folle  e  ormai       persino Richard punzecchiava, e si accodò, benché non
                   totalmente scoperto, inviò il biglietto rivelatore: «Arian-            ne fosse affatto convinto, all’antisemitismo di lei, ancor
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                   na ti amo» .                                                           più  ripugnante  di  quello  del  suo  amante  perché  più
                      Che  Nietzsche  si  sia  preso  una  cotta  giovanile  per          freddo e sistematico (In fondo Wagner lavorò moltissi-
                   Richard  Wagner  è  invece  comprensibile.  Era  il  primo             mo con artisti ebrei, se c’era il talento non faceva discri-
                   uomo di fama internazionale che conosceva e fu enor-                   minazioni,  così  come,  irascibile  e  intollerante  com’era,
                   memente  lusingato  che  Richard  gli  dedicasse  tempo,               sapeva esercitare la virtù, per lui disumana, della pazien-
                   attenzione e amicizia. Aveva sempre vissuto in un am-                  za quando vedeva che c’era della stoffa, e diventava se-
                   biente  piccolo,  provinciale,  modesto  e  l’incontro  con            rissimo  se  aveva  a  che  fare  con  professionisti  –  anche
                   Wagner  gli  dette  la  sensazione  di  essere  entrato  nel           per questo era un grand’uomo, nonostante tutto).
                   “gran mondo”. Ma c’è anche un motivo più profondo:                       Naturalmente per quanto il suo affetto fosse sincero,
                   Wagner era più vecchio di trent’anni, era nato nel 1813                Wagner  non  poteva  rinunciare  alla  propria  natura  di
                   come il pastore Ludwig Nietzsche, e Friedrich trovò in                 profittatore e di prepotente. Se da Nietzsche non c’era
                   lui  quell’affetto  paterno  di  cui  aveva  disperatamente            da  cavare  denaro,  poteva  però  rendere  piccoli  servigi.
                   bisogno e che l’altezzoso Burckhardt gli negava.                       Lo mise quindi subito alla stanga chiedendogli di cura-
                      Nei primi mesi Nietzsche perse letteralmente la testa               re, come correttore di bozze, redattore e grafico, l’edi-
                   per Wagner. Lo paragona a Eschilo, a Pindaro, a Scho-                  zione  della  sua  autobiografia,  Mein  Leben,  che  andava
                   penhauer, a Goethe, lo definisce «uno degli uomini più                 dettando a Cosima la quale provvedeva ad epurarla di
                   sublimi che esistano... completamente esente dalle mise-               tutti i particolari scabrosi o poco edificanti tranne quel-
                   re esteriorità e dalle macchie che la perversa fama gli ha             li  che  riguardavano  la  povera  Minna  Planer,  descrit-
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                   attribuito» , «il genio più grande e l’uomo più grande                 ta più o meno come una puttana. Nietzsche, ovviamen-
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                   del nostro tempo, assolutamente incommensurabile!» .                   te,  non  poteva  rendersi  conto  delle  falsificazioni  che
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                   Cosima è invece «la geniale signora von Bülow» . Nel                   Mein Leben conteneva. Tranne una. Wagner, in segno
                   gusto postribolare di Tribschen vide una villa «squisita-              di grande confidenza, gli aveva rivelato di essere figlio
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                   mente arredata»  e «ammobiliata con gusto principesco                  illegittimo di Ludwig Geyer e volle che sul frontespizio
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                   e grande talento» , trangugiò come fosse il Verbo uno                  del  libro  Nietzsche  facesse  imprimere  la  figura  di  un
                   dei peggiori libelli pseudopolitici di Wagner (che oltre-              avvoltoio,  Geyer  appunto.  In  Mein  Leben  invece  Ri-
                   tutto scriveva in modo fumoso, contorto, incomprensi-                  chard  risultava  figlio  di  Friedrich  Wagner.  Geyer  era
                   bile, con uno stile raccapricciante), Sullo Stato e la reli-           infatti di sospetta origine ebraica e Wagner non voleva



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