Page 77 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Hans  von  Bülow,  approfittando  anche  dell’impressio-
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                   potenza, di un’ingratitudine cosmica , sleale, all’occor-
 nante masochismo di lui. A Cosima si era avvicinato per  alle più sfacciate adulazioni, opportunista alla massima
 gradi. Prima aveva sedotto la sorella maggiore, la grazio-  renza  ricattatore,  privo  di  qualsiasi  scrupolo  morale,
 sa  e  dolce  Blandine,  sposata  Ollivier,  poi,  entrato  per  questo  era  l’uomo  Richard  Wagner.  Ma  era  anche,  sia
 così dire nella famiglia, aveva cominciato a stringere il  pure in un modo tutto suo, affettivo, capace, a volte, di
 cerchio invitando spesso i coniugi von Bülow nella sua  grande  generosità  e  in  fondo  in  fondo,  ma  proprio  in
 villa. Sedurre Cosima, che non aspettava altro e che al-  fondo, come aveva detto Minna Planer, “buono”. E se
 lora era considerata donna di “coscia facile” (si sarebbe  era  immorale,  o  piuttosto  amorale,  nella  vita,  fu  però
 santificata  in  seguito,  cristificandosi  al  servizio  di  Wa-  irreprensibile nella sua condotta d’artista, come gli rico-
 gner e della sua gloria), fu un gioco da ragazzi. Anche  nobbe persino il famoso critico viennese Hanslick che lo
 perché Hans, che ammirava smisuratamente Wagner e  detestava:  aveva  una  sua  idea  del  dramma  musicale  e,
 continuò  ad  ammirarlo  per  tutta  la  vita  anche  quando  col suo enorme talento naturale, la portò fino in fondo,
 costui gliel’ebbe distrutta, offrì la sua sposa su un piatto  insensibile all’ostilità prima dell’opinione pubblica e poi
 d’argento ripetendo ad ogni momento che era inadegua-  della  stampa,  con  cui  ebbe  sempre  pessimi  rapporti,
 to  rispetto  al  Maestro  e  dichiarandosi  suo  “vassallo”,  senza  scendere  a  mediazioni  e  compromessi,  lui  che
 “servo”, “lustrascarpe”. Più che un lustrascarpe Wagner  nella  vita  ne  aveva  fatti  tanti,  anche  a  costo  di  andare
 ne fece uno zerbino. Lo costrinse ad assistere, impoten-  incontro all’incomprensione e all’insuccesso.
 te, ai suoi amoreggiamenti con Cosima e, per non irrita-  Come un uomo di tal fatta, di una vitalità mostruosa,
 re Luigi  e la buona società bavarese, a coprirli con un  sanguigno, esuberante, passionale, si sia potuto prende-
 ménage a trois nel quale ad Hans restavano solo le bri-  re d’amicizia per un borghesuccio come Nietzsche, com-
 ciole. Bülow dovette anche coprire, col suo nome, due  pito, educato, timido, timorato, sensibile, pudico, inibi-
 figlie che nel frattempo Cosima aveva avuto da Wagner.  to, introverso, che non era mai andato oltre il triangolo
 In cambio ottenne la nomina di Kapellmeister a Mona-  Naumburg-Lipsia-Basilea, e da cui, come se non bastas-
 co. Ma quando Wagner dovette lasciare la Baviera deci-  se,  non  c’era  da  cavare  un  franco,  che  anzi  fu  sempre
 se  che  Hans  von  Bülow  era  diventato  ormai  inutile:  si  sulle spese, è un enigma che si può spiegare solo con la
 prese un altro direttore d’orchestra, Hans Richter, Co-  legge  per  cui  gli  opposti  si  attraggono.  Che  Wagner,
 sima, le sue due figlie e le altre due che lei aveva avuto  com’è stato ipotizzato da Janz, fosse infantilmente lusin-
 da  Bülow  e  se  li  portò  a  Tribschen  «Così,  mio  caro  gato  dall’avere  nell’ambiente  accademico,  che  lo  aveva
 Hans,  questo  è  stabilito»  dichiarò  allegramente  a  sempre tenuto a distanza, un ammiratore (anzi due per-
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 Bülow ,  portando  a  termine  quello  che  Franz  Liszt  ché  Nietzsche  si  trascinò  dietro,  per  qualche  tempo,
 avrebbe definito «un assassinio morale».  anche  Rohde),  è  possibile  ma  non  basta  a  spiegare  il
 Di  un  egocentrismo  patologico,  narciso  spudorato,  grande peso emotivo con cui Richard caricò la sua ami-
 maestro di simulazione, commediante, istrione, fanfaro-  cizia per Friedrich. Il fatto è che al vecchio Wagner, che
 ne, grandissimo cialtrone, capace di parlare con la mas-  stava tirando i remi in barca, il giovane Nietzsche risultò
 sima sicumera di cose di cui non sapeva nulla, caciarone,  simpaticissimo  fin  dall’inizio.  E  quando  l’altro  se  ne
 grossolano, plebeo e aristocratico insieme, presuntuoso  andò  per  trovare  la  sua  strada,  si  arrabbiò  moltissimo
 in gioventù, arrogante sempre anche quando si piegava  per  quello  “strappo”,  si  sentì  ferito  nel  suo  smisurato




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