Page 76 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
P. 76
Hans von Bülow, approfittando anche dell’impressio-
potenza, di un’ingratitudine cosmica , sleale, all’occor-
26
nante masochismo di lui. A Cosima si era avvicinato per alle più sfacciate adulazioni, opportunista alla massima
gradi. Prima aveva sedotto la sorella maggiore, la grazio- renza ricattatore, privo di qualsiasi scrupolo morale,
sa e dolce Blandine, sposata Ollivier, poi, entrato per questo era l’uomo Richard Wagner. Ma era anche, sia
così dire nella famiglia, aveva cominciato a stringere il pure in un modo tutto suo, affettivo, capace, a volte, di
cerchio invitando spesso i coniugi von Bülow nella sua grande generosità e in fondo in fondo, ma proprio in
villa. Sedurre Cosima, che non aspettava altro e che al- fondo, come aveva detto Minna Planer, “buono”. E se
lora era considerata donna di “coscia facile” (si sarebbe era immorale, o piuttosto amorale, nella vita, fu però
santificata in seguito, cristificandosi al servizio di Wa- irreprensibile nella sua condotta d’artista, come gli rico-
gner e della sua gloria), fu un gioco da ragazzi. Anche nobbe persino il famoso critico viennese Hanslick che lo
perché Hans, che ammirava smisuratamente Wagner e detestava: aveva una sua idea del dramma musicale e,
continuò ad ammirarlo per tutta la vita anche quando col suo enorme talento naturale, la portò fino in fondo,
costui gliel’ebbe distrutta, offrì la sua sposa su un piatto insensibile all’ostilità prima dell’opinione pubblica e poi
d’argento ripetendo ad ogni momento che era inadegua- della stampa, con cui ebbe sempre pessimi rapporti,
to rispetto al Maestro e dichiarandosi suo “vassallo”, senza scendere a mediazioni e compromessi, lui che
“servo”, “lustrascarpe”. Più che un lustrascarpe Wagner nella vita ne aveva fatti tanti, anche a costo di andare
ne fece uno zerbino. Lo costrinse ad assistere, impoten- incontro all’incomprensione e all’insuccesso.
te, ai suoi amoreggiamenti con Cosima e, per non irrita- Come un uomo di tal fatta, di una vitalità mostruosa,
re Luigi e la buona società bavarese, a coprirli con un sanguigno, esuberante, passionale, si sia potuto prende-
ménage a trois nel quale ad Hans restavano solo le bri- re d’amicizia per un borghesuccio come Nietzsche, com-
ciole. Bülow dovette anche coprire, col suo nome, due pito, educato, timido, timorato, sensibile, pudico, inibi-
figlie che nel frattempo Cosima aveva avuto da Wagner. to, introverso, che non era mai andato oltre il triangolo
In cambio ottenne la nomina di Kapellmeister a Mona- Naumburg-Lipsia-Basilea, e da cui, come se non bastas-
co. Ma quando Wagner dovette lasciare la Baviera deci- se, non c’era da cavare un franco, che anzi fu sempre
se che Hans von Bülow era diventato ormai inutile: si sulle spese, è un enigma che si può spiegare solo con la
prese un altro direttore d’orchestra, Hans Richter, Co- legge per cui gli opposti si attraggono. Che Wagner,
sima, le sue due figlie e le altre due che lei aveva avuto com’è stato ipotizzato da Janz, fosse infantilmente lusin-
da Bülow e se li portò a Tribschen «Così, mio caro gato dall’avere nell’ambiente accademico, che lo aveva
Hans, questo è stabilito» dichiarò allegramente a sempre tenuto a distanza, un ammiratore (anzi due per-
25
Bülow , portando a termine quello che Franz Liszt ché Nietzsche si trascinò dietro, per qualche tempo,
avrebbe definito «un assassinio morale». anche Rohde), è possibile ma non basta a spiegare il
Di un egocentrismo patologico, narciso spudorato, grande peso emotivo con cui Richard caricò la sua ami-
maestro di simulazione, commediante, istrione, fanfaro- cizia per Friedrich. Il fatto è che al vecchio Wagner, che
ne, grandissimo cialtrone, capace di parlare con la mas- stava tirando i remi in barca, il giovane Nietzsche risultò
sima sicumera di cose di cui non sapeva nulla, caciarone, simpaticissimo fin dall’inizio. E quando l’altro se ne
grossolano, plebeo e aristocratico insieme, presuntuoso andò per trovare la sua strada, si arrabbiò moltissimo
in gioventù, arrogante sempre anche quando si piegava per quello “strappo”, si sentì ferito nel suo smisurato
84 85
0040.testo.indd 84 30-11-2009 12:13:33