Page 71 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Nel 1836, a ventitré anni, aveva sposato la bellissima
                   re  del  denaro  a  qualche  ricco  benefattore,  sedurgli  la
 Minna  Planer,  un’attrice  di  teatro  già  affermata  che  su maschi e femmine. Il suo numero preferito era scuci-
 costrinse ben presto, mal sopportandone la popolarità,  moglie,  scopargliela  davanti  al  naso  e,  non  contento,
 ad abbandonare il palcoscenico perché si dedicasse solo  prenderlo per il culo rappresentando la tresca in qual-
 a lui e alla sua gloria, di cui si diceva sicuro ma di cui  che sua opera dove l’adulterio era giustificato da impre-
 allora non si vedeva nemmeno l’ombra.  scindibili ragioni metafisiche e sacrificali, il tutto senza
 Alla moglie, nei trent’anni che durò il loro legame, ne  perdere l’amicizia e, soprattutto, i quattrini del magnifi-
 fece di cotte e di crude, tradendola sistematicamente e  co cornuto.
 sfacciatamente.  Per  giustificare  questo  comportamento  Caso esemplare, ma non certo unico, è quello di Otto
 non  esitava  a  rinfacciarle,  con  suprema  piccineria,  un  e Mathilde Wesendonck. Otto Wesendonck era un gio-
 piccolo  corno  che  lei  gli  aveva  piantato  quando  non  vane e ricco mercante di Zurigo, Mathilde la sua splen-
 erano ancora sposati. Non le rimproverò mai, invece, di  dida sposa ventitreenne. Correva l’anno 1849 e Wagner,
 essere  una  ragazza-madre,  cosa  parecchio  scandalosa  che era fuggito da Dresda lasciandosi dietro una scia di
 per i tempi. A quindici anni Minna era stata sedotta da  debiti per un totale di 24 mila fiorini, si era rifugiato a
 un ufficiale della Guardia reale sassone, Ernst Rudolph  Zurigo dove i creditori non potevano raggiungerlo. Per
 von Einsiedel, ed era rimasta incinta. Il gentiluomo non  i primi tempi campò alla meglio, facendosi aiutare dai
 aveva riconosciuto la figlia, Natalie, che Minna, con la  vecchi amici di Zurigo, ma poiché i suoi debiti aumen-
 connivenza dei propri genitori, faceva passare per la sua  tavano a vista d’occhio e la situazione si era fatta inso-
 sorellina minore. Richard naturalmente sapeva tutto ma  stenibile si mise in cerca di un mecenate più ricco e più
 non fece mai storie, era un figlio illegittimo anche lui e  solido.  Con  la  sua  capacità  rabdomantica  lo  trovò  in
 su queste cose era di manica larga. Comunque fece fare  Otto Wesendonck, la cui biondissima moglie si era in-
 alla moglie una vita d’inferno. Finché Minna, precoce-  fatuata della sua musica. Per anni Otto finanziò genero-
 mente sfiorita, sfinita dall’atteggiamento di lui, che una  samente non solo l’attività artistica di Wagner ma anche
 volta la lasciava o, per togliersela dai piedi, la mandava  i suoi ben più dispendiosi lussi privati, perché Richard
 a svernare lontano e l’altra le chiedeva imperiosamente  sosteneva di non poter comporre se non era circondato
 o, a seconda dei casi, la implorava di tornare da lui, si  da  cose  belle.  Per  qualche  tempo  Wagner  si  astenne
 ammalò  e  morì  di  crepacuore.  Eppure  Minna,  pochi  prudentemente  dall’insidiare  Mathilde  limitandosi  a
 mesi prima di morire, gli scrisse: «Nel fondo del cuore  eleggerla a musa ispiratrice, cosa che comportava però
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 tu, dopo tutto, sei buono e io l’ho sempre saputo» . Ai  la rinuncia da parte di Otto ai propri diritti coniugali,
 funerali di lei Richard, che viveva in un’altra città, non  incompatibili con la comunione ideale e spirituale fra la
 andò: si era fatto male a un dito e non aveva voglia di  moglie  e  il  sommo  artista.  Ma  un  giorno  decise  che
 mettersi in viaggio. Tuttavia in quel che gli aveva scritto  aveva aspettato anche troppo e Mathilde convinse Otto
 Minna c’era qualcosa di vero.  a comprare per i Wagner, Richard e Minna, un terreno
 Donnaiolo  impenitente,  nonostante  fosse  tutt’altro  e una casa contigui alla loro villa. La tresca si sviluppò
 che bello (fronte a cupola, naso adunco, mento a punta,  sotto gli occhi dei rispettivi coniugi e Wagner arrivò alla
 mascella prominente, piccolo di statura – Cosima lo so-  suprema  arroganza  di  manifestare  insofferenza  per  la
 vrastava di due spanne), esercitava un fascino magnetico  presenza  di  Otto  nel  salotto  dei  Wesendonck,  cioè  in




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