Page 68 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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provato con Ritschl e gli era andata bene. Però un po’
mente avventurosa.
di tremarella ce la doveva avere perché indugiò a lungo riconoscimenti e di polemiche. Una vita straordinaria-
davanti alla villa, nascosto fra gli alberi, soffocando per Veniva da una famiglia di artisti. Se infatti il padre
il caldo di una giornata afosa, senza decidersi a suonare. legale era Karl Friedrich Wagner, un funzionario di
Da una finestra del secondo piano venivano le note del polizia e probabile spia, quello naturale era il talentoso
Sigfrido, là dove si dice «Mi ha ferito chi mi svegliò». Il e dispersivo Ludwig Geyer, attore e ritrattista, che aveva
leitmotiv avrebbe dovuto consigliargli prudenza, se una relazione con Johanna Wagner e che alla morte del
Nietzsche lo avesse conosciuto. Ma non lo conosceva e marito di lei, avvenuta poco dopo la nascita di Richard,
pigiò il campanello. Venne ad aprire Jacob Stocker, uno lo sostituì alla guida della numerosissima famiglia (nove
dei domestici dei Wagner, che, preso il suo biglietto da figli, sei di Karl, tre di Ludwig). Il fratello maggiore,
visita, lo pregò di attendere. Il Maestro stava lavorando Albert, era primo tenore, la sorella Rosalie un’attrice di
e Cosima, ancora formalmente signora von Bülow, era al successo, Louise lavorava anch’essa in teatro, mentre
nono mese di gravidanza. Non era certamente il mo- Klara si sarebbe affermata come cantante d’opera.
mento migliore. Invece, sorprendentemente, l’ospite Geyer, intuendo il temperamento focoso e spavaldo del
inaspettato fu invitato a pranzo o, in alternativa, gli fu piccolo Richard, lo aveva soprannominato «il cosacco».
detto di ritornare il lunedì. Nietzsche, che doveva rien- E il figlio non l’avrebbe deluso.
trare presto a Basilea (Wagner era solito lavorare fino Wagner aveva fatto studi irregolari, mai finiti, e anche
alle due e mezza e desinare verso le tre), optò per questa come musicista può essere considerato un autodidatta.
seconda soluzione. Quando, il lunedì, puntualissimo, si Si era staccato dalla famiglia a tredici anni e aveva avuto
ripresentò a casa dei Wagner fu accolto molto amiche- una gioventù scapigliata, come del resto sarebbe stata
volmente e Richard si fermò tutta la giornata a parlare anche la sua maturità finché non arrivò Cosima a met-
con lui. Tornò a Tribschen pochi giorni dopo e, su in- terlo in riga: rissoso, gaudente, formidabile bevitore,
vito di Cosima, restò anche a dormire. Da allora divenne gran frequentatore di bordelli e di bische. Una volta,
un frequentatore abituale di Tribschen. Era lì il 6 giu- poco più che bambino, si era giocato l’intera pensione
gno quando nacque Siegfried, l’unico figlio maschio di della madre, che lo aveva imprudentemente mandato a
Wagner, e venne ripetutamente invitato per i complean- riscuoterla, e aveva perso tutto. Tranne un tallero. Gio-
ni di Richard, di Cosima, dei bambini e, a dicembre, cò anche quello e si rifece dell’intera perdita. Era un
anche a passare con loro il Natale. Aveva una stanza segno del destino: nel corso della sua vita ci sarebbero
tutta sua, che dava sul lago. Era ormai un intimo dei sempre stati dei colpi di fortuna a levarlo dai pasticci in
Wagner che lo avevano praticamente adottato. E lui si cui si andava regolarmente a ficcare. Da ragazzo, sempre
era lasciato volentieri adottare. Adesso quando parlava a caccia di avventure e di occasioni, finì più volte allo
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con gli amici diceva: «Noi di Tribschen...» . sbando, conobbe il freddo e la fame e si ridusse persino
Richard Wagner, che aveva cinquantasei anni, era a mendicare, cosa che faceva senza la minima vergogna.
allora, come scrisse Nietzsche in una lettera di quei gior- Si esibì anche come acrobata, passione che non lo ab-
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ni, «al culmine del suo genio» e della sua fama, ma bandonò mai: nel 1871, a quasi sessant’anni, si divertì a
aveva avuto una vita trafficata, piena di alti e bassi, di stupire gli ospiti del suo lussuoso salotto reggendosi per
trionfi e di cadute rovinose, di popolarità e di oblio, di alcuni minuti sulla testa.
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