Page 65 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
P. 65
Un’altra conoscenza di Basilea fu Jacob Burckhardt, il
mano l’Università, e che Nietzsche nelle sue lettere ac-
cusa così spesso e ingenerosamente di “filisteismo”, non noto storico dell’arte. Sempre alla ricerca di una figura
gli fecero minimamente pesare la cosa e nessuno pensò paterna, Nietzsche gli si attaccò in maniera infantile
mai di togliergli la cattedra. (Burckhardt aveva ventisei anni più di lui) dimostrando-
Sebbene ateo e “libero pensatore”, come si diceva gli sempre una stima incondizionata, eccessiva e quasi
allora, Overbeck non condivise mai le idee di Nietzsche, servile, venerandolo come un maestro. Voleva a tutti i
tanto meno quando, con gli anni, si fecero sempre più costi la sua amicizia e si illuse di averla, ma Burckhardt,
radicali e aggressive, né, come quasi tutti, le capiva, ma, uomo altezzoso, pieno di sé, che si sopravvalutava molto
insieme alla moglie Ida, gli fu sempre affettuosamente e che, come tutti coloro che non lo sono, se la dava da
vicino. Forse solo con Franz e Ida Overbeck Nietzsche grande aristocratico, lo tenne sempre a distanza negan-
poteva lasciarsi andare, senza bisogno di maschere, ed dogli persino quel tu cui Nietzsche anelava e che osò
essere se stesso. Overbeck lo trattò sempre con tatto e dargli, e ancora con titubanza, solo in uno dei suoi di-
pazienza, e con Nietzsche ce ne voleva moltissima, per- sperati “biglietti della follia”: «Ora Lei è – tu sei – il
16
ché era un piagnone, suscettibilissimo, e aveva, soprat- nostro grande e maggiore maestro» . Racconta un ami-
tutto negli ultimi anni, la masochistica vocazione a met- co di Nietzsche, Heinrich Köselitz: «Anche chi vedeva
tere le cose in modo che anche i suoi pochi amici la Burckhardt e Nietzsche andare a casa insieme attraver-
perdessero e lo mandassero al diavolo. Fu Overbeck ad sando la piazza del Duomo non poteva non osservare
accorrere a Torino, quando l’amico dette segni evidenti che Burckhardt recitava nei confronti di Nietzsche il
17
di follia, per riportarlo in patria. E fu l’unico, o fra i ruolo del Noli me tangere» . Scene penose, per l’atteg-
pochissimi, a non sfruttarne l’enorme fama mentre altri, giamento soccombista che assumeva Nietzsche, che
soprattutto, come sempre avviene, quelli che lo avevano mettevano in grande imbarazzo chi era presente. Köse-
snobbato, alluvionavano i giornali e le case editrici di litz attribuiva il comportamento di Burckhardt all’invi-
ricordi, di memoriali, di articoli, di libri. Si rifiutò di dia e alla gelosia per il successo che il giovanissimo
collaborare con l’Archivio Nietzsche, diretto da Elisa- collega raccoglieva nei primi anni di Basilea e proprio in
beth, quando si accorse che la sorella del filosofo pre- un campo vicino al suo. «E questo» commenta Köselitz,
18
tendeva di manipolarne la biografia e, benché sollecitato «Burckhardt non lo poteva proprio sopportare» .
da tutte le parti, nella veste di “amico del cuore” di un Nemmeno la tragedia di Nietzsche scosse l’algido
personaggio che, a cavallo del secolo, era diventato un Burckhardt e anche Overbeck fu colpito dalla freddezza
mito, concesse anche pochissime interviste. D’una di con cui costui, che fu il primo dei conoscenti a rendersi
queste, rilasciata allo psichiatra Julius Möbius, dovette conto della follia del filosofo, reagì all’impressionante
pentirsi amaramente perché Möbius ne approfittò per crollo psichico dell’antico collega ed ex speranza della
avvalorare la sua ipotesi di un Nietzsche ammalato di filologia tedesca.
sifilide, cosa che Overbeck non si era mai sognato di Ma il legame di gran lunga più importante degli anni
dire. Fu una cosa che amareggiò profondamente gli ul- di Basilea fu quello con Richard e Cosima Wagner.
timi mesi della sua vita e offuscò, sia pure a Nietzsche Nietzsche aveva incontrato Wagner già a Lipsia, nel
morto, un’amicizia che, come disse, era stata «senza novembre del 1868, quando era ancora studente univer-
15
ombre» . sitario. Una domenica mattina, tornando a casa dopo
72 73
0040.testo.indd 73 30-11-2009 12:13:29