Page 253 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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 allora preferì la compagnia delle vecchie signore, che del
                   formare,  a  Nizza,  una  conventicola  di  «giovani  di  una
 resto non gli erano mai dispiaciute. Con loro era genti-  per  me  una  venerazione  istintiva» .  Subito  sognò  di
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 lissimo e le trattava con grande deferenza, soprattutto le  determinata  qualità» .  Anche  perché  Stein  gli  aveva
 più anziane.      «spontaneamente promesso di trasferirsi presso di me a
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 Visto  che  ogni  approccio  sentimentale  era  fallito,  Nizza appena suo padre non sarà più» . Con tutta pro-
 l’evento più importante dell’estate del 1884 fu, almeno  babilità  era  una  delle  tante  forzature  di  Nietzsche,  un
 a suo dire, la visita del barone Heinrich von Stein, che  parto  della  sua  inguaribile  ingenuità  e  vanità;  il  bel
 venne a trovarlo per qualche giorno a Sils-Maria. Dopo  Heinrich non sarebbe mai andato a vivere con lui, ma
 aver bighellonato nel giro di Bayreuth e in quello degli  certamente  Stein  poteva  essere  un  buon  allievo  per  il
 intellettuali  berlinesi  in  cui  si  erano  intruppati  anche  filosofo  perché  ne  aveva  intellettualmente  i  numeri  e
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 Lou e Rée, Stein si era laureato a pieni voti in filosofia  quel carattere aristocratico, nobile, «eroico»  che tanto
 all’Università di Halle. Rimaneva un convinto wagneria-  affascinava Nietzsche e che era così lontano dalla gros-
 no e per un anno era stato anche precettore del piccolo  solanità del suo unico, vero, discepolo, Peter Gast. Ma
 Siegfried, il ruolo che il Meister aveva sognato un tempo  Nietzsche  non  era  un  uomo  fortunato.  E  Stein  ancora
 di affidare a Nietzsche. Gli portò i saluti di Daniela von  meno.  Morì  d’infarto,  ad  appena  trent’anni,  il  giorno
 Bülow, la figlia di Cosima e Hans, che ci teneva a fargli  dopo che il suo maestro, Dilthey, il famoso teorico del
 sapere  che,  dopo  una  delusione  d’amore,  si  fortificava  relativismo  storico  che  ebbe  un’influenza  determinante
 leggendo il suo Schopenhauer come educatore. Nietzsche  su Simmel e Weber, era riuscito a fargli avere una cat-
 ne fu felice, voleva dire che nonostante l’assordante si-  tedra all’Università di Berlino.
 lenzio di Cosima il suo nome non era ancora del tutto  Prima di incontrarlo personalmente, quando stavano
 bandito a Bayreuth. Ma ebbe anche una fitta al cuore:  brigando  per  combinare  un  appuntamento,  Nietzsche
 Daniela  von  Bülow  gli  ricordava  altri  tempi,  anche  se  aveva scritto a Stein: «Mio figlio Zarathustra le avrà forse
 erano passati solo sei anni dal distacco dai Wagner. Lo  rivelato che cosa si muove dentro di me; se ottengo da me
 stesso miscuglio di sentimenti lo colse quando Stein gli  tutto quello che io voglio morirò con la coscienza che i
 disse che era latore di un messaggio pacificatore di Paul  millenni a venire pronunceranno le loro promesse, i loro
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 Rée  che  gli  comunicava  che  il  suo  affetto  per  lui  era  voti supremi sul mio nome» . In termini ancor più esal-
 immutato.         tati («È possibile che per tutta l’umanità io diventi un
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 Stein si fermò tre giorni. In uno di questi Nietzsche  destino, il destino» ), scrive a Malwida, a Overbeck, a
 ebbe  un  grave  attacco  e  la  notte  seguente  non  dormì.  Paneth. Da quando era stato pubblicato lo Zarathustra
 «Ma poi» racconta Stein, «ci sorrise una giornata splen-  l’autoesaltazione di Nietzsche, latente a partire da Uma-
 dida  di  sole.  Quel  giorno  passeggiammo  insieme  otto  no,  troppo  umano,  la  sua  prima  opera  di  filosofia,  era
 ore  complessivamente,  sempre  parlando  delle  cose  su-  diventata, negli scritti e nelle lettere agli amici più intimi,
 preme della vita, dei nostri comuni ricordi, della storia,  quasi sistematica. Janz si domanda come sia stato possi-
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 dell’eternità. La sera era ancora fresco» .  bile  che  i  corrispondenti  di  Nietzsche  non  siano  stati
 Nietzsche iscrisse d’autorità Stein fra i suoi discepoli  turbati da simili toni e non si siano chiesti se non stes-
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 e  annunciò  trionfante  a  Overbeck:  «Finalmente,  final-  se per uscire di senno . A trarli in inganno era lo stes-
 mente un nuovo essere umano che è dei miei e che ha  so  Nietzsche  perché  questa  autoesaltazione  epistolare



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