Page 255 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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spariva  nei  rapporti  a  tu  per  tu  per  lasciare  il  posto
                   zo  agli  altri.  Nota  Helen Zimmern,  che  ebbe modo di
 all’understatement di sempre. Su questo sono d’accordo  re. E la si percepiva meglio proprio quando era in mez-
 tutti  coloro  che  lo  frequentarono  in  questo  periodo  e  osservarlo a Sils-Maria dove una sua piccola compagnia
 anche  successivamente.  Lanzky:  «Quando  parlava  con  ce  l’aveva:  «Sembrava  così  solo,  così  tremendamente
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 uno di noi, non se la sentiva di comportarsi in tutto e per  solo!» . La semicecità («il suo sguardo rivolto all’insù
 tutto da par suo, per non farci sentire stupidi e inferio-  non  registrava  niente  dell’ambiente  circostante»  nota
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 ri» . Paneth: «In lui non c’è traccia di... pose profeti-  Lanzky )  e  la  cattiva  salute  facevano  il  resto.  Anche
 che... il suo aspetto esteriore non ha nulla di esaltato né  perché  lui  prendeva  sul  tragico  persino  i  malanni  più
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 di ricercato» . Helen Zimmern, la sua traduttrice ingle-  banali,  come  un  normalissimo  mal  di  schiena  che  gli
 se che lo frequentò nel 1884 e nel 1886: «Non solo non  venne quell’estate e che gli impedì per qualche giorno di
 tradiva alcun segno di follia, ma non era nemmeno ec-  fare le sue passeggiate.
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 centrico, come lo sono tanti artisti e poeti» . Resa von  A  settembre  la  madre  si  fece  intermediaria  per  una
 Schirnhofer:  «Non  c’era  traccia  di  mania  di  grandezza  rappacificazione fra i due fratelli che non si parlavano,
 patologica e nemmeno di quella quasi normale altrimenti  nemmeno per lettera, da parecchi mesi. Lì per lì Nietz-
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 detta “millanteria”» . Meta von Salis nota il suo atteg-  sche rifiutò categoricamente, poi cedette come sempre.
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 giamento «modesto» . Proprio a Meta Nietzsche aveva  Si  decise  per  un  incontro  “in  campo  neutro”  a  metà
 detto che non bisognava dare troppa importanza ai toni  strada fra Naumburg e Nizza dove si era nel frattempo
 forti  dei  suoi  scritti  perché  «il  pensatore  solitario  che  trasferito: Zurigo,  Pension Neptun. Nietzsche partì per
 non trova risonanza né eco alle sue idee, alza involonta-  la  città  svizzera  in  compagnia  del  professor  Leskien  e
 riamente la voce e nei suoi scritti cade facilmente in un  del dottor Brockhaus, cosa che lo tranquillizzava moltis-
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 tono eccessivo» . Nietzsche che, nel profondo, capisce  simo «perché in fin dei conti il viaggiare da solo per me
 tutto, assolutamente tutto di se stesso – e questa era una  è una cosa non priva di pericoli, che mi agita in maniera
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 delle  tragedie  dell’uomo  e  uno  dei  punti  di  forza  del  indescrivibile, ho gli occhi sempre più offuscati» .
 pensatore  –  sapeva  bene  anche  che  l’insuccesso  rende  A Zurigo fece pace con Elisabeth. Lei gli confessò di
 rancorosi e ingiusti e che lui non sfuggiva alla regola. Lo  essersi fidanzata con Bernard Förster e che si sarebbero
 aveva scritto, quasi prevedendo ciò che gli sarebbe acca-  sposati presto. La cosa a Nietzsche non piacque affatto,
 duto, una decina di anni prima: «Uno sforzo possente a  però  fu  lo  stesso  molto  contento  dell’incontro  perché
 cui venga dato di rimirare continuamente la sua mancan-  non si aspettava di «trovare intatta l’antica cordialità e
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 za di successo rende cattivi... e colui che non può desi-  forse  non  me  lo  meritavo  neanche» .  Non  solo  aveva
 stere dallo sforzo... cercherà le ragioni del suo insuccesso  perdonato tutto, ma era lui a sentirsi in colpa. Elisabeth
 negli  altri,  anzi  può  in  odio  appassionato  trattare  da  fu meno contenta: trovò il fratello molto stanco e fece
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 colpevoli tutti quanti» .  catastrofiche previsioni di una imminente «paralisi cere-
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 Anche  se  non  era  capace  di  vivere  con  gli  altri,  la  brale  o  di  una  cecità  temporanea» .  A  preoccuparla
 solitudine gli pesava enormemente. Era per questo che,  erano soprattutto quelle paresi che coglievano il fratello,
 prendendo quasi sempre degli abbagli clamorosi, si at-  sia pure per brevi momenti.
 taccava a chiunque avesse anche lontanamente l’aria di  Però a Zurigo Nietzsche non se la passava male: c’era-
 capirlo. Perché la sua solitudine era innanzitutto interio-  no Meta, Resa e le loro amiche, le signorine Wildenow,




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