Page 256 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Comunque Keller, dopo qualche resistenza, si lasciò
                   Blum, Druscowitz e altre, tutte studentesse, e alcune di
                   loro mostravano un certo interesse per lui perché con i                avvicinare.  L’incontro,  a  detta  di  Elisabeth,  fu  molto
                   suoi libri, e soprattutto con la famosa frase dello Zara-              cortese,  anche  se  la  parte  dell’ammiratore  estatico  ed
                   thustra  («Vai  dalle  donne?  Non  dimenticare  la  fru-              ossequioso toccò a Nietzsche che aveva venticinque anni
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                   sta!» ), si era fatto la fama di torvo, e perciò intrigante,           meno del collega. Fatto sta però che né nelle lettere di
                   spregiatore delle femmine. Ma alle ragazze bastò poco                  Nietzsche  né  in  quelle  di  Keller  c’è  traccia  di  questo
                   per  capire  che  non  era  il  caso  di  prenderlo  sul  serio.       avvenimento  e  quando  il  filosofo,  nel  1886,  mandò  a
                   Comunque per chi non conosceva la sua storia e i suoi                  Keller il suo Al di là del bene e del male l’altro non si
                   problemi poteva sembrare anche un “beato fra le don-                   degnò di rispondere.
                   ne” in mezzo a tante ragazze, tutte giovani, tutte ricche                Dopo  cinque  settimane  passate  a  Zurigo  dove,  fra
                   e, alcune, anche belle.                                                Keller, Gast, Hegar, Meta, Resa e le altre, aveva avuto
                      Cercò di sbolognare la Druscowitz a Gast, che l’aveva               modo di distrarsi da se stesso e quindi dai suoi mali che
                   raggiunto,  forse  per  liberarsi  in  un  colpo  di  entrambi,        lo lasciarono eccezionalmente in pace, Nietzsche, ai pri-
                   ma il discepolo svicolò. A furia di insistere riuscì invece            mi di novembre, partì per la Costa Azzurra per svernar-
                   a  convincere  il  suo  amico  Friedrich  Hegar,  direttore            vi.  Questa  volta  scelse  però  di  fermarsi  a  Mentone.  Il
                   d’orchestra a Zurigo, che ne era tutt’altro che entusiasta,            viaggio, affrontato da solo, gli procurò un attacco dura-
                   a far eseguire il  Leone di Venezia di Gast dalla società              to tre giorni. Dopo un paio di settimane era già stufo di
                   corale Harmonia. Fu un’audizione privata, tanto privata                Mentone e progettava, per l’ennesima volta, di fuggire
                   che  c’era  un  unico  ascoltatore,  ma  interessatissimo:             nella mitica Corsica. Era ancora convinto che Resa von
                   Nietzsche.  Ci  fu  in  seguito  un’altra  audizione,  aperta          Schirnhofer  lo avrebbe raggiunto là. Poiché però Resa
                   agli amici, in cui il Leone ottenne un discreto successo               non si fece vedere né sentire decise alla fine di ripiegare
                   anche se a Overbeck la musica sembrò di «un’ingenuità                  sulla  più  tranquillizzante  Nizza,  che  conosceva  già.  E
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                   che oggi è rarissima» . Fu una delle pochissime occa-                  d’ora in poi la sua agenda sarà questa, inverni a Nizza,
                   sioni  in  cui  la  musica  di  Heinrich  Köselitz,  alias  Peter      estati a Sils, stagioni intermedie a Naumburg e a Vene-
                   Gast, fu eseguita in pubblico.                                         zia, ospite di Gast che però, di solito, preferiva filarsela
                      A Zurigo Nietzsche si adoperò anche per incontrare
                   lo scrittore svizzero Gottfried Keller di cui aveva letto              lasciandogli  la  casa  a  disposizione,  qualche  viaggio  a
                                                                                          Lipsia  dai  suoi  editori  ed  eccezionalmente  altrove,  un
                   Enrico il Verde e La gente di Seldwyla e che ammirava                  anno anche a Firenze che, come già Roma, non gli piac-
                   moltissimo.  Keller  era  un  misogino  notorio,  un  misan-           que affatto: «Non mi si confà, è rumorosa, mal lastricata
                   tropo, un orso e, oltretutto, aveva una pessima opinione               e  piena  di  pericoli  per  via  delle  carrozze» .  Nizza  e
                                                                                                                                   96
                   di Nietzsche, perlomeno del giovane Nietzsche. Quando                  soprattutto  Sils-Maria,  con  il  “trait  d’union”  del  suo
                   era uscita l’Inattuale contro Strauss lo aveva definito un             baule di libri che faceva la spola fra l’una e l’altra, saran-
                   «giovane speculatore» e aveva tuonato contro «il puerile               no quindi il suo “ubi consistam” fino ai primi mesi del
                   libello del signor Nietzsche e il suo monotono stile in-               1888, quando scoprì quella Torino che gli sarebbe stata
                   giurioso...  un  filologo  traviato  dal  wagnerismo-scho-             fatale.
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                   penhauerismo» .  Ma  Nietzsche  aveva  una  particolare
                   attrazione per chi lo maltrattava.




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