Page 257 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Comunque Keller, dopo qualche resistenza, si lasciò
 Blum, Druscowitz e altre, tutte studentesse, e alcune di
 loro mostravano un certo interesse per lui perché con i  avvicinare.  L’incontro,  a  detta  di  Elisabeth,  fu  molto
 suoi libri, e soprattutto con la famosa frase dello Zara-  cortese,  anche  se  la  parte  dell’ammiratore  estatico  ed
 thustra  («Vai  dalle  donne?  Non  dimenticare  la  fru-  ossequioso toccò a Nietzsche che aveva venticinque anni
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 sta!» ), si era fatto la fama di torvo, e perciò intrigante,  meno del collega. Fatto sta però che né nelle lettere di
 spregiatore delle femmine. Ma alle ragazze bastò poco  Nietzsche  né  in  quelle  di  Keller  c’è  traccia  di  questo
 per  capire  che  non  era  il  caso  di  prenderlo  sul  serio.  avvenimento  e  quando  il  filosofo,  nel  1886,  mandò  a
 Comunque per chi non conosceva la sua storia e i suoi  Keller il suo Al di là del bene e del male l’altro non si
 problemi poteva sembrare anche un “beato fra le don-  degnò di rispondere.
 ne” in mezzo a tante ragazze, tutte giovani, tutte ricche  Dopo  cinque  settimane  passate  a  Zurigo  dove,  fra
 e, alcune, anche belle.  Keller, Gast, Hegar, Meta, Resa e le altre, aveva avuto
 Cercò di sbolognare la Druscowitz a Gast, che l’aveva  modo di distrarsi da se stesso e quindi dai suoi mali che
 raggiunto,  forse  per  liberarsi  in  un  colpo  di  entrambi,  lo lasciarono eccezionalmente in pace, Nietzsche, ai pri-
 ma il discepolo svicolò. A furia di insistere riuscì invece  mi di novembre, partì per la Costa Azzurra per svernar-
 a  convincere  il  suo  amico  Friedrich  Hegar,  direttore  vi.  Questa  volta  scelse  però  di  fermarsi  a  Mentone.  Il
 d’orchestra a Zurigo, che ne era tutt’altro che entusiasta,  viaggio, affrontato da solo, gli procurò un attacco dura-
 a far eseguire il  Leone di Venezia di Gast dalla società  to tre giorni. Dopo un paio di settimane era già stufo di
 corale Harmonia. Fu un’audizione privata, tanto privata  Mentone e progettava, per l’ennesima volta, di fuggire
 che  c’era  un  unico  ascoltatore,  ma  interessatissimo:  nella mitica Corsica. Era ancora convinto che Resa von
 Nietzsche.  Ci  fu  in  seguito  un’altra  audizione,  aperta  Schirnhofer  lo  avrebbe  raggiunto  là. Poiché  però Resa
 agli amici, in cui il Leone ottenne un discreto successo  non si fece vedere né sentire decise alla fine di ripiegare
 anche se a Overbeck la musica sembrò di «un’ingenuità  sulla  più  tranquillizzante  Nizza,  che  conosceva  già.  E
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 che oggi è rarissima» . Fu una delle pochissime occa-  d’ora in poi la sua agenda sarà questa, inverni a Nizza,
 sioni  in  cui  la  musica  di  Heinrich  Köselitz,  alias  Peter  estati a Sils, stagioni intermedie a Naumburg e a Vene-
 Gast, fu eseguita in pubblico.  zia, ospite di Gast che però, di solito, preferiva filarsela
 A Zurigo Nietzsche si adoperò anche per incontrare
 lo scrittore svizzero Gottfried Keller di cui aveva letto  lasciandogli  la  casa  a  disposizione,  qualche  viaggio  a
                   Lipsia  dai  suoi  editori  ed  eccezionalmente  altrove,  un
 Enrico il Verde e La gente di Seldwyla e che ammirava  anno anche a Firenze che, come già Roma, non gli piac-
 moltissimo.  Keller  era  un  misogino  notorio,  un  misan-  que affatto: «Non mi si confà, è rumorosa, mal lastricata
 tropo, un orso e, oltretutto, aveva una pessima opinione  e  piena  di  pericoli  per  via  delle  carrozze» .  Nizza  e
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 di Nietzsche, perlomeno del giovane Nietzsche. Quando  soprattutto  Sils-Maria,  con  il  “trait  d’union”  del  suo
 era uscita l’Inattuale contro Strauss lo aveva definito un  baule di libri che faceva la spola fra l’una e l’altra, saran-
 «giovane speculatore» e aveva tuonato contro «il puerile  no quindi il suo “ubi consistam” fino ai primi mesi del
 libello del signor Nietzsche e il suo monotono stile in-  1888, quando scoprì quella Torino che gli sarebbe stata
 giurioso...  un  filologo  traviato  dal  wagnerismo-scho-  fatale.
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 penhauerismo» .  Ma  Nietzsche  aveva  una  particolare
 attrazione per chi lo maltrattava.




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