Page 210 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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quella praticità che era la sua dote migliore. Questa ge-
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                   losia morbosa, insieme al vizio di impicciarsi nelle vicen-            Joukowsky, che era anche un famoso stilista di moda, le
                   de  sentimentali  di  Friedrich,  si  era  manifestata  fin  dai       nacque la leggenda metropolitana che Lou si era tolta il
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                   tempi  di  Bertha  Rohr  e  anche  prima .  Nietzsche  non             vestito  e  messa  in  sottoveste  davanti  a  Joukowsky  per
                   poteva ignorare che la sorella non era, da tutti i punti di            permettergli di prendere le misure. Si diceva anche che
                   vista, all’altezza della situazione e che la sua inadegua-             Lou, unica donna, avesse partecipato alle sedute spiriti-
                   tezza e la sua gelosia avrebbero sicuramente creato dei                che  che  si  tenevano  nella  villa  di  Joukowsky  che  era
                   guai.  Lui  stesso,  agli  inizi  della  conoscenza  con  Lou,         proprio  accanto  a  quella  dei  Wagner.  Insomma  Lou
                   aveva detto più volte agli Overbeck di stare zitti con la              dava scandalo, come le piaceva fare. Quella giovanissima
                   sorella perché la voleva tenere “fuori dal gioco” e aveva              russa,  bizzarra  e  spregiudicata,  era  un  “tocco  in  più”
                   fatto  di  tutto  perché  a  Naumburg  si  ignorasse  persino          nell’ambiente del Festival che era, come sempre, eufori-
                   l’esistenza  della  Salomé.  Eppure  scelse,  masochistica-            co, allegro, caciarone, frivolo e disinvolto.
                   mente, Elisabeth come chaperon di Lou.                                   A  Wahnfried  Lou  vide  gli  ultimi  splendori  dei
                      Tuttavia, nonostante queste premesse, le cose all’ini-              Wagner.  Nel  guazzabuglio  degli  ospiti  provenienti  da
                   zio andarono meno peggio del previsto. Le due donne,                   tutto il mondo fu colpita soprattutto da Cosima: «La sua
                   che si incontrarono a Lipsia per proseguire poi insieme                figura  si  staccava  dalle  persone  circostanti  per  la  sua
                   per  Bayreuth,  si  diedero  subito  del  “tu”  e  Lou,  che  si       altezza,  quando  passava  il  suo  lunghissimo  strascico
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                   divertiva un mondo ad essere “adottata” da questo e da                 sembrava  crearle  attorno  una  scia  di  distacco» .  Lou
                   quello (lo aveva già fatto con Malwida e con la famiglia               aveva un debole per la forza, e la durezza e l’alterigia di
                   Rée), si definiva, con Elisabeth, «la tua sorellina mino-              Cosima  la  affascinavano.  Nelle  Memorie  si  inventerà
                   re». I guai cominciarono appena arrivarono a Bayreuth.                 anche di aver ricevuto la visita della signora Wagner e di
                   Lou,  naturalmente,  fu  subito  al  centro  dell’attenzione,          aver  chiacchierato  confidenzialmente  con  lei,  ma  nei
                   attorniata da una folla di corteggiatori, mentre Elisabeth             Diari  di  Cosima,  che  registrava  anche  le  più  insignifi-
                   doveva accontentarsi delle attenzioni, piuttosto distratte,            canti  minuzie  della  giornata,  non  c’è  traccia  di  questo
                   di Bernard Förster, un antisemita patologico, bell’uomo,               straordinario incontro. Non è la sola falsità della Salomé
                   ma socialmente e intellettualmente impresentabile tanto                biografa,  autobiografa,  memorialista.  Ce  ne  sono  altre,
                   che, nonostante fosse un wagneriano fanatico, il Meister               meno innocenti. Nelle Memorie, scritte in età avanzata,
                   lo teneva prudentemente a distanza considerandolo uno                  afferma che Nietzsche, giunto inaspettatamente a Roma
                   zero.                                                                  da Messina, altrettanto inaspettatamente «appena infor-
                      Lou  nel  bel  mondo  ci  sguazzava.  Anche  se  era  una           mato del mio progetto e di quello di Paul Rée, si aggre-
                                                                                                                         37
                   ribelle era pur sempre cresciuta alla Corte di Pietrobur-              gò come terzo alla nostra unione» . Insomma Nietzsche
                   go. Si mise subito a flirtare col giovane conte russo Paul             si  sarebbe  intrufolato  a  forza  nel  piano  di  Lou  e  Rée.
                   Joukowsky, pittore, disegnatore, coreografo, cui Wagner                Una  lettera  di  quest’ultimo  dimostra  invece  in  modo
                   aveva affidato le scene del Parsifal. Quando Joukowsky                 inequivocabile che furono Lou e Rée a chiamare Nietz-
                   l’aveva invitata a una delle tante feste che si tenevano a             sche  da  Messina  e  a  coinvolgerlo  nel  progetto  del  mé-
                   villa Wahnfried, lei aveva risposto col più classico e fem-            nage à trois perché, almeno inizialmente, volevano usar-
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                   minile  dei  «ma  non  ho  nulla  da  mettermi!».  Allora              lo come “copertura” . Anche la Salomé, tanto schietta



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