Page 211 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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quella praticità che era la sua dote migliore. Questa ge-
aveva disegnato lì per lì un abito apposta per lei. Ne
losia morbosa, insieme al vizio di impicciarsi nelle vicen- Joukowsky, che era anche un famoso stilista di moda, le
de sentimentali di Friedrich, si era manifestata fin dai nacque la leggenda metropolitana che Lou si era tolta il
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tempi di Bertha Rohr e anche prima . Nietzsche non vestito e messa in sottoveste davanti a Joukowsky per
poteva ignorare che la sorella non era, da tutti i punti di permettergli di prendere le misure. Si diceva anche che
vista, all’altezza della situazione e che la sua inadegua- Lou, unica donna, avesse partecipato alle sedute spiriti-
tezza e la sua gelosia avrebbero sicuramente creato dei che che si tenevano nella villa di Joukowsky che era
guai. Lui stesso, agli inizi della conoscenza con Lou, proprio accanto a quella dei Wagner. Insomma Lou
aveva detto più volte agli Overbeck di stare zitti con la dava scandalo, come le piaceva fare. Quella giovanissima
sorella perché la voleva tenere “fuori dal gioco” e aveva russa, bizzarra e spregiudicata, era un “tocco in più”
fatto di tutto perché a Naumburg si ignorasse persino nell’ambiente del Festival che era, come sempre, eufori-
l’esistenza della Salomé. Eppure scelse, masochistica- co, allegro, caciarone, frivolo e disinvolto.
mente, Elisabeth come chaperon di Lou. A Wahnfried Lou vide gli ultimi splendori dei
Tuttavia, nonostante queste premesse, le cose all’ini- Wagner. Nel guazzabuglio degli ospiti provenienti da
zio andarono meno peggio del previsto. Le due donne, tutto il mondo fu colpita soprattutto da Cosima: «La sua
che si incontrarono a Lipsia per proseguire poi insieme figura si staccava dalle persone circostanti per la sua
per Bayreuth, si diedero subito del “tu” e Lou, che si altezza, quando passava il suo lunghissimo strascico
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divertiva un mondo ad essere “adottata” da questo e da sembrava crearle attorno una scia di distacco» . Lou
quello (lo aveva già fatto con Malwida e con la famiglia aveva un debole per la forza, e la durezza e l’alterigia di
Rée), si definiva, con Elisabeth, «la tua sorellina mino- Cosima la affascinavano. Nelle Memorie si inventerà
re». I guai cominciarono appena arrivarono a Bayreuth. anche di aver ricevuto la visita della signora Wagner e di
Lou, naturalmente, fu subito al centro dell’attenzione, aver chiacchierato confidenzialmente con lei, ma nei
attorniata da una folla di corteggiatori, mentre Elisabeth Diari di Cosima, che registrava anche le più insignifi-
doveva accontentarsi delle attenzioni, piuttosto distratte, canti minuzie della giornata, non c’è traccia di questo
di Bernard Förster, un antisemita patologico, bell’uomo, straordinario incontro. Non è la sola falsità della Salomé
ma socialmente e intellettualmente impresentabile tanto biografa, autobiografa, memorialista. Ce ne sono altre,
che, nonostante fosse un wagneriano fanatico, il Meister meno innocenti. Nelle Memorie, scritte in età avanzata,
lo teneva prudentemente a distanza considerandolo uno afferma che Nietzsche, giunto inaspettatamente a Roma
zero. da Messina, altrettanto inaspettatamente «appena infor-
Lou nel bel mondo ci sguazzava. Anche se era una mato del mio progetto e di quello di Paul Rée, si aggre-
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ribelle era pur sempre cresciuta alla Corte di Pietrobur- gò come terzo alla nostra unione» . Insomma Nietzsche
go. Si mise subito a flirtare col giovane conte russo Paul si sarebbe intrufolato a forza nel piano di Lou e Rée.
Joukowsky, pittore, disegnatore, coreografo, cui Wagner Una lettera di quest’ultimo dimostra invece in modo
aveva affidato le scene del Parsifal. Quando Joukowsky inequivocabile che furono Lou e Rée a chiamare Nietz-
l’aveva invitata a una delle tante feste che si tenevano a sche da Messina e a coinvolgerlo nel progetto del mé-
villa Wahnfried, lei aveva risposto col più classico e fem- nage à trois perché, almeno inizialmente, volevano usar-
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minile dei «ma non ho nulla da mettermi!». Allora lo come “copertura” . Anche la Salomé, tanto schietta
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