Page 205 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Ebbe la dabbenaggine di far partecipe di questa sua
na se sul Monte Sacro avesse baciato Nietzsche lei si trin-
cerò dietro un femminilissimo e civettuolissimo «non ri- idea anche Rée: «Debbo assolutamente parlare ancora
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cordo» . Qualcosa ci deve essere stato: Lou racconta di una volta con la signorina Lou» . Rée poté così prepa-
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essere stata “stregata” dal Monte Sacro , mentre Nietz- rare, a modo suo, Lou all’incontro: Nietzsche l’aveva
sche ricordò sempre quel momento come «il più incan- attirata a Lucerna col pretesto di farle vedere la villa che
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tevole sogno della mia vita» e sette mesi dopo si strug- era stata dei Wagner, ma era evidente che voleva farle
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geva ancora per «la Lou di Orta» . Del resto il bacio una nuova proposta di matrimonio e questa volta lei
rientrava nel concetto di flirt di Lou. doveva essere dura, non avere atteggiamenti equivoci, e
La compagnia si sciolse, Lou, la madre e Rée partiro- dirgli un no senza ritorno.
no per Lucerna mentre Nietzsche andò a Basilea a far Nietzsche aspettava Lou sotto il maestoso leone di
visita agli Overbeck. Questi quasi non lo riconobbero: pietra del parco di Lucerna. Quando la vide arrivare,
era ingrassato, acceso in viso, allegro e parlava, parlava, figuretta sottile in quel mattino di primavera inoltrata, il
parlava fino a notte inoltrata. Parlava di Lou. Overbeck suo cuore si riempì di gioia. Lei fu gentile, amichevole,
scrisse a Gast: «Cinque giorni così... non li avevo tra- ma il suo distacco era palese. Niente atmosfera “da
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scorsi con Nietzsche da parecchi anni» . Naturalmente Monte Sacro” questa volta. Ma Nietzsche non se ne
Nietzsche disse agli Overbeck che non si trattava di diede per inteso. Con molta solennità chiese a Lou von
amore, dio guardi, ma di un elevatissimo legame spiri- Salomé di diventare sua moglie e con altrettanta solen-
tuale con una persona che gli era totalmente affine. E nità lei gli disse di no. Davanti a quel rifiuto Nietzsche
negli stessi termini si espresse in una lettera a Gast che rimase imperturbabile, «anzi Lou ebbe persino l’impres-
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si stupì parecchio perché Nietzsche parlava di questa sione che ne fosse sollevato» . Ad attutire il colpo c’era
“signorina Lou” come se lui dovesse conoscerla da anni. comunque il fatto che il ménage à trois, o Trinità come
Nietzsche era a Basilea non solo perché non teneva avevano preso scherzosamente a chiamarlo, rimaneva in
un cecio in bocca e smaniava dal desiderio di raccontare piedi. E a Nietzsche, probabilmente, questo bastava. A
tutto agli Overbeck, ma anche per un altro motivo. Da se stesso e agli altri raccontò la favola sconclusionata che
lì voleva fiondarsi nella vicina Lucerna per avere un aveva proposto il matrimonio a Lou solo per proteggerla
tête-à-tête con Lou e farle una nuova proposta di ma- dalle maldicenze.
trimonio. Aveva infatti il sospetto che “l’amico Rée” Come promesso portò Lou a Tribschen. Erano esat-
non fosse stato sufficientemente persuasivo nel suo tamente dieci anni che non metteva piede in quei luoghi
ruolo di “messaggero d’amore”. E questa volta, al con- che avevano segnato l’apogeo della sua intimità con
trario di quanto era successo con Mathilde Trempe- Richard e Cosima Wagner. Racconta la Salomé: «A lun-
dach, era deciso a non mollare la presa tanto facilmente. go, molto a lungo, egli sedette sulla sponda del lago,
Ciò che l’attirava in Lou era proprio la sua aria di immerso in gravi ricordi, quindi, disegnando con la
“vergine intoccabile” e la prospettiva di uno di quei punta del bastone sulla sabbia umida, parlò con voce
“matrimoni bianchi” che nel clima idealistico di fine sommessa di quei tempi andati. Quando alzò lo sguardo
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Ottocento erano relativamente frequenti e di cui co- stava piangendo» . I due ritornarono in albergo e si
munque si faceva un gran parlare. E a lui un “matri- riunirono a Rée e alla madre di Lou costretta ad assiste-
monio bianco” andava benissimo, era l’ideale. re a quei maneggi di cui cominciava a essere arcistufa.
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