Page 81 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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gnoseologica  e  dall'altro  come  interpretazione  e  linguaggio  immoralista.  È  opportuno  a

      questo  punto  inverare  questa  identità  del  testo  con  una  interpretazione  del  testo  che
      attraverso i segmenti tematici riscriva le linee di una teoria della conoscenza come nuova
      interpretazione,  di  una  teoria  nietzscheana  dell'interpretazione:  la  nuova  interpretazione
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      «alla luce della quale la morale, quale è finora esistita, appare come un caso speciale»  è
      «unmoralische».  In  tal  modo  l'eterodossia  teoretica  si  identifica  con  la  mediazione  del

      legislatore,  del  sovvertitore;  il  Nietzsche  «teoreta  e  metafisico»  con  il  Nietzsche
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      «immoralista»: «si filosofa col martello» .
         Il  Crepuscolo  degli  idoli  segna,  come  nota  Morel  nel  suo  Nietzsche,  la  ripresa  di  una
      technicité  philosophique,  di  una  forma  espositiva  discorsiva:  «Certains  titres  en  sont

      l'indice: Le problème de Socrate, la raison dans la philosophie, Les quatre grandes erreurs
      - mais surtout la manière thétique, sensible en plusieurs sections où Nietzsche essaie de
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      ramener  sa  pensée  à  une  sèrie  de  propositions  fondamentales» .  Questa  considerazione
      sulla forma che in certo modo sembra attestare la prevalenza di un contenuto teoretico deve
      essere integrata dalla considerazione non soltanto del primato nella scrittura della forma

      aforistica,  ma  soprattutto  della  necessità  di  un  linguaggio  filosofico  che,  dalla  forma
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      metasemantica  dello  Zarathustra ,  ritorna  alla  forma  discorsiva,  ma  già  sempre
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      nell'orizzonte della trasvalutazione .
         Sulla  base  del  piano  interpretativo  scelto  possiamo  individuare  quattro  grandi  sezioni
      tematiche  -  etica,  ontologia,  gnoseologia  ed  estetica  -  che  rappresentano  l'esito  di  un
      pensiero  critico,  le  estreme  concretizzazioni,  discorsive  e  non,  di  una  logica  dello
      smascheramento  che  ha  operato  in  Nietzsche  fin  dagli  scritti  del  periodo  di  Basilea.  È
      significativo che Nietzsche recuperi alcuni dei temi più antichi del suo pensiero: è il caso
      del dionisismo e del socratismo, il tema originario della nascita del tragico, in una ripresa
      circolare del punto d'avvio, del cominciamento che viene qui riesposto come cominciamento

      stesso della trasvalutazione:

        L'assenso  alla  vita  anche  nei  suoi  più  incogniti  e  duri  problemi;  la  volontà  di  vita,  che  è  lieta  di  sacrificare  alla  propria
      inesauribilità i suoi tipi più alti - questo io ho chiamato dionisiaco, questo io ho indovinato come il ponte verso la psicologia del
      poeta tragico. Non per liberarsi dallo sgomento e dalla compassione, non per purificarsi da un affetto pericoloso mediante un
      veemente  scaricarsi  di  esso  -  così  lo  intendeva  Aristotele  -:  ma,  oltre  lo  sgomento  e  la  compassione,  per  essere  noi  stessi
      l'eterno piacere del divenire, - quel piacere che racchiude ancora in sé il piacere dell'annientamento... Torno così a toccare il
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      punto da cui una volta sono partito - la «nascita della tragedia» fu la mia prima trasvalutazione di tutti i valori  .

         Il socratismo è il problema del rapporto di decadenza e razionalità, il problema della
      dialettica. Altro tema che Nietzsche riprende ed estremizza fino a trasformare in favola è il
      problema  della  realtà  e  dell'apparenza,  dell'essere  e  del  divenire,  intimamente  connesso
      alla  metafisica  del  linguaggio,  alla  grammatica,  teorema  nichilista  della  filosofia
      nietzscheana.  Sul  versante  critico,  di  una  metacritica  della  conoscenza,  maschera  della

      modernità, delle idee moderne, la concezione del pensiero come errore (Irrthum), la critica
      del  soggetto  come  falsa  causalità  è  l'estrema  codificazione,  la  tabula  del  prospettivismo
      fenomenistico. Infine nelle Streitfzüge eines Unzeitgemässen - l'inattualità essendo «la prima
      "maschera" del filosofo che sarà poi l'oscuro trivellatore, l'essere sotterraneo" di Aurora, il
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