Page 78 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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Un dogma tenace
La credenza nel soggetto, che Nietzsche ha contribuito a demolire, è tuttavia intrinsecamente connessa al suo pensiero, anche
a quello più maturo (pure questo gli giunge da Schopenhauer). Già il chiamare «volontà» la sostanza del mondo rimanda, nello
sfondo, a un soggetto metafisico. E non importa che Nietzsche frantumi l'unitaria volontà schopenhaueriana in atomi di volontà
di potenza: in ciascuno di questi continua ad annidarsi un frammento di soggetto sostanziale. Inoltre perché «volontà di
potenza»? Perché questa volontà postulata si pensa in contrasto con qualcosa che essa tende a soggiogare. Viene presupposto
un campo di ostacoli, di resistenze interiori a un soggetto. In termini metafisici, ciò significa postulare una pluralità di soggetti
sostanziali e di altrettante volontà, perché quello che contrasta un centro di volontà - elemento primordiale - non potrà essere se
non un'altra volontà.
Questa è una critica capitale che colpisce il concetto di «volontà di potenza». Non c'è volontà di potenza senza un soggetto
che lo sostenga, un soggetto cioè sostanziale, poiché qui il discorso è metafisico: eppure è proprio Nietzsche che aveva distrutto
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il soggetto! Una demolizione radicale del soggetto svuota la volontà di ogni consistenza intrinseca .
La decostruzione della gnoseologia che corrisponde del resto al leit motiv nietzscheano
della critica alla filosofia moderna in quanto filosofia della conoscenza, costituirà la
materia stessa del Crepuscolo degli idoli che Nietzsche, nello scritto
dell'autointerpretazione, nell'Ecce homo, vede come la rottura definitiva
con ciò che fino ad ora è stato chiamato verità. Crepuscolo degli idoli - detto a chiare lettere -: le antiche verità stanno per
finire...
Non c'è realtà, non c'è «idealità», che in questo scritto non venga toccata (-toccata: che prudente eufemismo!...) Non
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solamente gli idoli eterni, anche quelli giovanissimi e di conseguenza i più senili. Le «idee moderne» ad esempio .
La tendenza teoretica e sistematica - in una considerazione dei più stretti vincoli che
legano il Crepuscolo degli idoli alla dottrina della volontà - non sembra arretrare di fronte
all'impulso artistico-politico che frammenta il progetto letterario in una serie di scritti
brevi, ma viene per così dire superata dalla stessa critica, dalla stessa prospettiva
gnoseologica aperta e codificata - certo con qualche ripetizione - nei paragrafi sistematici
di Götzen-Dämmerung: Il problema Socrate, La «ragione» nella filosofia, I quattro grandi
errori (Das Problem des Sokrates, Die «Vernunft» in der Philosophie, Die vier grossen
Irrthümer). La volontà di potenza come dottrina dell'essere (divenire) e del tempo (accadere)
si trova nei suoi esiti gnoseologici sviluppata fino al suo stesso superamento nel Crepuscolo
degli idoli che nel pensiero nietzscheano è il compendio, il sommario delle eterodossie
dottrinali, testo eterodosso. La dottrina, espressione metafisica, forma essoterica del
linguaggio e del pensiero, viene riesposta nei suoi tratti fondamentali e in ciò stesso
superata. Un analogo superamento tematico sembra essere quello che si realizza
nell'Anticristo nei riguardi della volontà di potenza come trasvalutazione di tutti i valori. Si
potrebbe stabilire nella costellazione dell'ultimo Nietzsche un'equazione tra il Crepuscolo
degli idoli e l'Anticristo: l'una e l'altra opera provengono dalla fucina della progettata
Volontà di potenza, e l'una sta alla volontà di potenza-interpretazione di tutto l'accadere come
suo superamento dottrinale, l'altra sta alla volontà di potenza-trasvalutazione come
superamento immoralista, legislazione.
Quanto al senso della Unwerthung di tutti i valori, si può osservare che nella sua
ispirazione immoralista, anticristiana, l'inversione costituisce materia per la formazione di
immagini che abbiamo definito «trasvalutative» - come l'immagine del «martello»,