Page 76 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
P. 76

tempo  stesso  un  progetto  letterario:  per  realizzarlo  Nietzsche,  scegliendo  dal  materiale

      teoretico e storico raccolto nel periodo autunno-inverno 1887-1888, numerò una serie di
      frammenti, «giunse cioè a delineare il contenuto di tale opera, sino al limite tuttavia in cui
      egli  rimaneva  ancora  un  pensatore  ripiegato  su  se  stesso.  Perché  la  Volontà  di  potenza
      diventasse  un'opera  di  Nietzsche,  doveva  intervenire  il  momento  artistico,  come  si  può
      constatare  per  ogni  altra  sua  opera  edita.  Questo  non  accadde,  neppure  attraverso  un
      primo tentativo, e lo dimostra la numerazione stessa di Nietzsche in questi quaderni, che è
      una semplice numerazione materiale secondo l'ordine delle pagine, non una numerazione

                          7
      «architettonica» .
         Il Nietzsche artista è il Nietzsche delle opere edite, il Nietzsche che scrive per i lettori; il
      Nietzsche pensatore che «annota se stesso» è il Nietzsche postumo, consegnato secondo la
      cifra cronologica al lettore e al critico. La distinzione fra «artista» e «pensatore» come

      chiave interpretativa dell'ultimo periodo della produzione letteraria nietzscheana è certo
      semplicistica o comunque riduttiva e non soltanto per l'implicito schematismo della chiave,
      ma per la conseguente sopravvalutazione dei frammenti postumi - e fra questi comunque dei
      frammenti  1887-1888  -  e  sottovalutazione  degli  scritti  dell'88,  nati  dalla  frammentazione
      della progettata Volontà di potenza «in scritti polemici, turbolenti, decadenti, con una scelta
                                                               8
      dei temi più vicini alla realtà contemporanea» .
         Il criterio della frammentazione corrisponde, sul piano di un'interpretazione globale di
      Nietzsche, all'arretrare della tendenza teoretica e sistematica, della tendenza architettonica
      che  da  Jenseits  von  Gut  und  Böse  e  Zur  Genealogie  der  Moral  aveva  preparato  nuove
      possibilità di espressione, a vantaggio di una attualizzazione del pensiero inattuale, così
      come,  sul  piano  della  storia  testuale  del  Wille  zur  Macht,  corrisponde  alla  dissoluzione

                                                                                                                    9
      dottrinale  del  concetto  di  volontà  «troppo  oggettivo  (troppo  staccato  dal  presente!)» .
      Eliminando  dal  materiale  postumo  1887-1888  le  parti  utilizzate  per  le  redazioni  del
      Crepuscolo  degli  idoli  e  dell'Anticristo,  le  matrici  cioè  delle  opere  compiute,  si  potrà
      considerare quanto resta come «il sedimento di una meditazione pura (...) il punto estremo,
                                                                                               10
      e forse anche il più elevato, cui giunse il pensiero teoretico di Nietzsche» .
         In «Interpretare Nietzsche», introduzione al volume Lo scriba del caos, Masini,  in  una
      nota molto illuminante sul Wille zur Macht, sottolinea come Colli e Montinari privilegino in
      questi  frammenti  «proprio  il  Nietzsche  teoreta  e  metafisico  rispetto  a  quello  della
                                             11
      "trasvalutazione"  immoralista»   e  inoltre  come  sia  possibile  rintracciare,  al  di  là  della
      mancanza  del  «momento  artistico»  come  causa  della  rinuncia  alla  progettata  Volontà  di
                                                          12
      potenza, «anche altre e più valide ragioni» . In realtà Masini sembra allargare il materiale
      inedito nietzscheano fino ai biglietti della follia e considerarlo come una grande «fucina»
      di più progetti interrotti e non soltanto per cadute stilistiche o essoteriche: da questa fucina

      Nietzsche preleva la materia degli scritti dell'88 che non rappresentano la frammentazione
      di  un  unico  progetto,  ma  l'elaborazione  di  più  piani  espositivi,  di  lineamenti  della
      trasvalutazione.
         Sulla  definizione  della  volontà  di  potenza  come  espressione  essoterica  del  pensiero
      nietzscheano  si  può  inoltre  osservare  che  «La  parola  divulgazione,  per  Nietzsche,  può

      suonare  soltanto  come  l'equivalente  di  una  deliberata  provocazione,  di  una  maliziosa
   71   72   73   74   75   76   77   78   79   80   81