Page 75 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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Nietzsche e progetto letterario non realizzato.
La dottrina della volontà di potenza, la cui forma prototipica - dalle riflessioni del 1880
sul «senso di potenza» in Morgenröte (Aurora) e nei frammenti postumi di quel periodo - si
trova nel paragrafo «Von der Selbst-Überwindung (Della vittoria su se stessi)» della
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seconda parte di Also sprach Zarathustra , si può considerare con Colli l'espressione
essoterica del pensiero nietzscheano, la necessità del sistema, della metafisica.
La prima formulazione della dottrina della volontà di potenza è la teoria del
prospettivismo, secondo la quale ogni valore, ogni valutazione è ricondotto a una comune
sostanza interpretativa. Nella prefazione del 1886 a Menschliches, Allzumenschliches
(Umano, troppo umano) il concetto di prospettiva appare inequivocabilmente come la
condizione dell'interpretare e dell'esistere, come un trascendentale e un esistenziale:
Dovevi acquistar potere sui tuoi pro e contro, e imparare a innestarli e disinnestarli a seconda del tuo scopo superiore. Dovevi
imparare a capire quanto c'è di prospettico in ogni definizione di valore - lo spostamento, la distorsione, e l'apparente teleologia
degli orizzonti e quanto altro fa parte del prospettico; e anche quel tanto di stupidità che si riferisce a ogni contrapposizione di
valori, e tutto lo scapito intellettuale con cui si paga ogni pro e ogni contro. Dovevi imparare a capire la necessaria ingiustizia
ìnsita in ogni pro e contro, l'ingiustizia come elemento inscindibile della vita, e la vita stessa come condizionata dalla visione
prospettica, e dalla sua ingiustizia. Dovevi soprattutto vedere con i tuoi occhi dove l'ingiustizia raggiunge il massimo grado: ossia
là, dove la vita è meno sviluppata, più angusta, manchevole, rozza, e ciononostante non può fare a meno di porsi a scopo e
misura delle cose [...] dovevi vedere con i tuoi occhi il problema della gerarchia, e come la forza, il diritto e l'ampiezza della
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prospettiva si sviluppino insieme .
Il prospettivismo è in realtà una riedizione post-soggettivistica della teoria della
rappresentazione di Schopenhauer che, in qualche modo, offre la base metafisica per un
travestimento «metafisico» del pensiero nietzscheano, giunto con lo Zarathustra e Jenseits
von Gut und Böse alla sua massima espressione. Questa riedizione trasvaluta, trasforma la
volontà schopenhaueriana nella volontà di interpretazione, nel Wille zum Schaffen (volontà
di creare); il prospettivismo è alla fine la trascrizione di un materialismo distruttivo ed
enigmatico.
La riduzione della «rappresentazione» schopenhaueriana a «giudizio» - «L'uomo è
soprattutto un animale giudicante» - è possibile grazie alla critica del soggetto: il soggetto
«è riportato allo sdoppiamento primitivo tra il fare e l'agente. E la volontà di vivere risulta
superata dalla volontà di potenza, solo quando si consideri come caratteristica
discriminante di quest'ultima il concetto di "ostacolo", inteso come presupposto, indizio,
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occasione vitale della volontà di potenza» .
Dai Nachgelassene Fragmente Herbst 1885 - Herbst 1887 la critica nietzscheana del
soggetto si estende con la sua azione distruttiva fino agli scritti dell'88 e, come vedremo,
soprattutto al Crepuscolo degli idoli.
La contrapposizione teoretico-espressiva fra forma essoterica e forma esoterica, la
coppia «essoterico-esoterico» (Exoterisch-esoterisch), con la quale Colli sembra spiegare la
nascita della dottrina nietzscheana della volontà, si chiarisce e si risolve nei termini di una
teoria dell'opera «compiuta», si traduce nei termini estetici di un dissidio fra Nietzsche
artista e Nietzsche pensatore che «annota se stesso». La volontà di potenza - oltre a essere
una dottrina, una necessità del linguaggio essoterico, un filosofema (Montinari) - è al