Page 77 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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sollecitazione al fraintendimento» , una maschera, «una nuova "impensabile"
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maschera» .
Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: ancor più, intorno a ogni spirito profondo cresce in continuazione una
maschera, grazie all'interpretazione costantemente falsa, e cioè piatta, di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che da
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lui si esprime .
L'espressione essoterica è l'interpretazione esteriore: «La masque qui forme tout de même
une physionomie déterminée, quand il cache l'absence de celle-ci, appartient à
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l'interprétation extérieure et répond à un désir de suggestion venant de l'intérieur» .
La critica del privilegiamento della volontà di potenza come dottrina metafìsica alla
volontà di potenza come inversione, del privilegiamento del Nietzsche metafisico al
Nietzsche immoralista si lega così alla critica della teoria estetico-espressiva dell'opera
letteraria compiuta. Si scopre in tal modo l'esistenza di due piani di lettura della volontà di
potenza: come dottrina, teoria del soggetto e della conoscenza, gnoseologia - sviluppata
come abbiamo visto fin dai frammenti dell'85 - e come compimento della Experimental-
Philosophie, pratica trasvalutativa, immoralista.
Ai fini di una interpretazione del Crepuscolo degli idoli nei suoi rapporti con i Frammenti
postumi 1887-1888 nei quali si è dissolta la favola della Volontà di potenza come opera e
con la dottrina e il concetto della volontà di potenza, è opportuno approfondire il senso
della tendenza teoretica dell'ultimo Nietzsche, il senso della sua metafisica travestita e,
d'altra parte, il senso della visione prospettica, extramorale e immoralista degli scritti
della Umwerthungszeit. Ci sembra cioè che soltanto integrando i punti di vista critici qui
brevemente esposti, la prospettiva teoretica e quella etica, rintracciando negli scritti
dell'88 - e in particolar modo nel Crepuscolo degli idoli e nell'Anticristo - gli esiti teoretici
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della volontà di potenza in quanto nuova interpretazione di tutto l'accadere e le immagini
trasvalutative del valore, gli esiti prospettivistici dell'inversione, sia possibile una
interpretazione dell'ultimo Nietzsche che, pur discriminando le opere compiute dai
materiali postumi, non valuti questa differenziazione a partire da una teoria estetico-
letteraria del «compiuto» e dell'«incompiuto», ma - sulla base di una ristabilita fedeltà
testuale - a partire dalla ricezione degli scritti nietzscheani pubblicati o lasciati pronti per
la pubblicazione e dalla ricezione ancora in fieri degli scritti non destinati alla
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pubblicazione, postumi .
La dottrina della volontà di potenza come nuova interpretazione di tutto l'accadere può
essere ricondotta a una generale critica della (teoria della) conoscenza che nella
configurazione del 1887- 1888 coinvolge nella sua portata lo stesso concetto nietzscheano
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di volontà . Il centro della teoria «gnoseologica» di Nietzsche è la critica del soggetto che,
già latente nelle considerazioni sullo spirito dionisiaco della tragedia greca, si snoda lungo
tutta l'opera fino ai frammenti dell'85-87 dove si coniuga alla lezione prospettivistica dei
testi sull'interpretazione e sul suo dominio, fino ai frammenti dell'87-88 dove si radicalizza
nella figura della finzione, del soggetto e del pensiero come finzioni: