Page 74 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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Introduzione






         Nella sua periodizzazione degli scritti nietzscheani, fondata sulla centralità ermeneutica

      dello Zarathustra e sul principio costruttivistico delle tre metamorfosi della soggettività e
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      della volontà, Löwith pone Götzen-Dämmerung (Crepuscolo degli idoli)  nel terzo e ultimo
      periodo, la Umwerthungszeit, l'epoca della trasvalutazione di tutti i valori, che comprende,
      oltre allo Zarathustra (1883-1885), Jenseits von Gut und Böse (Al di là del bene e del male)

      (1886),  Zur  Genealogie  der  Moral  (La  genealogia  della  morale)  (1887),  e  tutti  gli  scritti
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      dell'88, Der Antichrist, Ecce homo, Nietzsche contra Wagner .
         La collocazione löwithiana, benché sia suscettibile di critica, secondo una prospettiva di
      ricerca, e di interpretazione di Nietzsche, non globale e totalizzante, ma frammentaria e
      tematica,  orientata  dal  modello  ermeneutico  della  genealogia  e  soprattutto  attenta  alla

      ricezione  dell'immenso  materiale  postumo,  tuttavia  ci  consente  di  evidenziare  subito  il
      rapporto che lega Götzen-Dämmerung al progetto e al metodo della trasvalutazione. Questo
      rapporto di dipendenza, di derivazione o di coappartenenza genealogica costituisce il nodo
      problematico preliminare da sciogliere per una interpretazione dell'ultimo Nietzsche, e più
      precisamente  per  una  lettura  degli  scritti  nietzscheani  dell'88,  considerati  in  quanto
      «compiuti» nella loro autonomia e differenza dalla Volontà di potenza.

         Der  Wille  zur  Macht  (La  volontà  di  potenza)  non  è  un'opera  incompiuta,  né  un'  opera
      postuma: è semplicemente un'opera progettata, un progetto, un piano di lavoro e di ricerca,
      un'opera non realizzata, ma soltanto preparata.
         Il problema critico del Wille zur Macht, non soltanto dal punto di vista filologico, ma
      complessivamente  dal  punto  di  vista  interpretativo,  ha  una  sua  storia  che  va  dalle  due
      compilazioni del 1901 e 1906, ad opera di Elisabeth Förster Nietzsche e Peter Gast, all'
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      edizione del 1956 dello Schlechta - in special modo il Nachbericht , all'edizione critica di
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      Colli e Montinari  con cui il problema del Wille zur Macht come opera nietzscheana sembra
      definitivamente risolto attraverso la pubblicazione di tutto il materiale postumo secondo la

      lettera cronologica. Questa edizione ha segnato in definitiva la scomparsa di un'opera dal
      titolo  Der  Wille  zur  Macht,  proponendo  alla  critica  il  grave  compito  di  distruggere  una
      tradizione  interpretativa  fondata  su  quel  «testo»  e  di  riconsiderare  alla  luce  di  una
      omologazione  di  tutti  i  frammenti  postumi  il  problema  filosofico  della  volontà  di  potenza
      come metafisica nietzscheana o sistema.
         Allora il problema posto del rapporto fra Götzen-Dämmerung e Der Wille zur Macht va
      riesposto come problema del rapporto del Crepuscolo degli idoli da un lato con il materiale

      postumo  del  periodo  1885-1888  e  dall'altro  con  la  volontà  di  potenza  come  compimento
      tematico  della  filosofia  nietzscheana,  come  dottrina.  Tuttavia  prima  di  seguire  le  linee
      esegetiche  che  si  originano  dall'individuazione  di  questi  rapporti,  ci  sembra  opportuno
      mostrare il significato critico della volontà di potenza come tratto distintivo del pensiero di
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