Page 35 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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per  gli  stanchi,  di  ancora  di  salvezza  per  chiunque  sia  sul  punto  di  annegare,  quand'esso

      diviene  dio-dei-poveri,  dio-dei-peccatori,  dio-dei-malati  par  excellence,  l'attributo  di
      «salvatore», di «redentore» viene in certo qual modo a costituire il residuo  come  attributo
      divino in generale: che cosa vuol dire siffatta metamorfosi? Una simile riduzione del divino?
      - Indubbiamente: in tal modo «il regno di Dio» si è esteso. Una volta comprendeva solo il suo
      popolo, il suo popolo «eletto». Nel frattempo, proprio come il suo popolo, se ne andò in paesi
      stranieri, a vagabondare: da quel momento non ha avuto più pace in nessun posto: fino a che
      infine divenne di casa ovunque, il grande cosmopolita, - fino a che vide passare dalla sua il

      «grande numero» e metà della terra. Ma il Dio del «grande numero», questo democratico tra
      gli dèi, non divenne, ciononostante, un orgoglioso dio pagano: egli rimase giudeo, rimase il
      Dio del cantuccio, il Dio di tutti gli angoli e posti scuri, di tutti gli insalubri alloggi del mondo
      intero!...  Il  suo  regno  mondiale,  oggi  come  allora,  è  un  regno  d'oltretomba,  un  ospizio  per
      vecchi, un regno da seminterrato, un regno da ghetto... Ed egli stesso, poi, così esangue, così
      gracile, così décadent... Perfino i più esangui tra gli esangui ebbero ancora il dominio su di

      lui, i signori metafisici, gli albini del concetto. Essi andarono tessendo tanto a lungo intorno a
      lui che, ipnotizzato dai loro movimenti, si mutò lui stesso in ragno, in un metafisico. A quel
      punto - sub specie Spinozae - riprese a tessere fuori di sé il mondo, a quel punto si trasfigurò
      in una sostanza sempre più esile e pallida, divenne «ideale», divenne «puro spirito», divenne
      «absolutum», divenne «cosa in sé»... Decadenza di un Dio: Dio divenne «cosa in sé»...

      18.

         Il  concetto  cristiano  di  Dio  -  Dio  come  divinità  dei  malati,  Dio  come  regno,  Dio  come
      spirito  -  è  uno  dei  concetti  più  corrotti  di  Dio  mai  raggiunti  al  mondo;  addirittura  esso
      rappresenta forse, nel processo di degradazione del tipo divino, l'indice del livello più basso.
      Dio degenerato a contraddizione della vita, invece che esserne la trasfigurazione e l'eterno si!
      In Dio la dichiarazione di ostilità alla vita, alla natura, alla volontà di vivere! Dio, la formula

      per ogni diffamazione dell'«al di qua», per ogni menzogna dall'«al di là»! Il nulla divinizzato,
      la volontà del nulla santificata in Dio.

      19.
         Il fatto che le razze forti del nord-Europa non abbiano respinto lontano da sé il Dio cristiano
      non  fa  davvero  onore  alle  loro  doti  religiose  -  per  non  parlare  del  gusto.  Con  un  simile
      morboso e decrepito frutto della décadence avrebbero dovuto farla finita. Ma su di loro pesa
      la maledizione per non essersi sbarazzati di esso: queste hanno dato asilo in tutti i loro istinti

      alla  malattia,  alla  vecchiaia,  alla  contraddizione,  -  da  quel  momento  non  hanno  più  creato
      alcun Dioì  Quasi  duemila  anni  e  non  un  solo  nuovo  Dio!  Ma  ancora  e  sempre,  e  come  se
      esistesse di diritto, come un ultimatum e un maximum della capacità di dar forma a dèi, del
      creator  spiritus  nell'uomo,  questo  miserando  Dio  del  monotono-teismo  cristiano!  Questa
      ibrida  creazione-zero  della  decadenza,  concetto  e  contraddizione,  in  cui  ogni  istinto  di

      décadence, ogni codardia e lassezza dell'anima si trovano ratificati! -

      20.
         Con la mia condanna del cristianesimo non vorrei essere stato ingiusto verso una religione
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