Page 30 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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corpo sangue di teologo - l'intera nostra filosofia... Bisogna aver visto la sorte funesta da
vicino, o meglio, bisogna averla provata su di sé, bisogna per essa aver quasi raggiunto
l'annientamento per non ammettere più alcuno scherzo in proposito (uno scherzo è, ai miei
occhi, il libero pensiero dei nostri signori naturalisti e fisiologi, - a loro manca la passione in
queste cose, il soffrire di esse -). Quell'avvelenamento arriva molto più lontano di quanto si
pensi: ho ritrovato l'istinto teologico della alterigia in tutti i luoghi in cui oggi ci si sente
«idealisti», - ovunque, in virtù di una superiore provenienza, si accampi il diritto di guardare
alla realtà con superiorità e distacco... L'idealista, né più né meno che il prete, ha tutti i grandi
concetti in mano (- e non solo in mano!), e li gioca con benevolo disprezzo contro
l'«intelligenza», i «sensi», gli «onori», il «vivere bene», la «scienza»..., egli vede cose del
genere sotto di sé, come forze dannose e seduttrici, al di sopra delle quali «lo spirito» aleggia
nel suo puro per-sé: - come se umiltà, castità, povertà, in una parola la santità non avessero
finora arrecato alla vita infinitamente più danno di chissà quali orrori e vizi... Il puro spirito è
pura menzogna... Fino a quando il prete passerà ancora per una superiore specie d'uomo,
questo negatore, denigratore, avvelenatore di professione della vita, non vi sarà risposta alla
domanda: che cosa è verità? Uno ha già capovolto la verità quando il consapevole avvocato
del nulla o della negazione passa per rappresentante della «verità»...
9.
A questo istinto di teologo muovo guerra: ho trovato la sua impronta ovunque. Chi ha nel
corpo sangue di teologo si pone sin dall'inizio in modo distorto e disonesto davanti a ogni
cosa. Il pathos che da ciò si sviluppa prende il nome di fede: chiudere una volta per tutte gli
occhi su ciò che ci sta davanti per non soffrire dell'aspetto di un'inguaribile falsità. Ci si fa per
conto nostro una morale, una virtù, una santità di quest'ottica difettosa per tutte le cose, si lega
la buona coscienza al falso-vedere, - si pretende che nessun'altra specie di ottica possa più
aver valore, dopo aver reso la propria sacrosanta con i nomi di «Dio», «redenzione»,
«eternità». Ho scovato ancora l'istinto del teologo in ogni luogo: è la forma di falsità più
diffusa, quella veramente sotterranea, che esista sulla faccia della terra. Ciò che un teologo
percepisce come yero, deve essere falso: se ne può trarre quasi un criterio di verità. È il suo
più profondo istinto di conservazione a proibire che in un punto qualsiasi la realtà venga
onorata o anche solo prenda la parola. Fin dove arriva l'influsso teologico il giudizio di
valore è capovolto, i concetti di «vero» e «falso» sono necessariamente capovolti: ciò che è
dannosissimo alla vita, prende qui il nome di «vero», ciò che la eleva, l'accresce, l'afferma, la
giustifica e la fa trionfare, è chiamato «falso»... Se accade che dei teologi, attraverso la
«coscienza» di principi (oppure di popoli -) riescano a stendere la mano fino al potere, non
c'è dubbio su che cosa, in sostanza, puntualmente si determina: la volontà della fine, la volontà
nichilista aspira alla potenza...
10.
I Tedeschi capiscono subito quando dico che la filosofia è corrotta da sangue di teologi. Il
parroco protestante è nonno della filosofia tedesca, il protestantesimo stesso il suo peccatum
originale. Definizione del protestantesimo: la semiparalisi del cristianesimo - e altresì della
ragione... È sufficiente pronunciare la parola «seminario di Tübingen» per capire che cosa la