Page 25 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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dello scetticismo è il qualunquismo. L'Italia qualunquistica, rassegnata e rinunciataria è
certamente la più estranea e lontana dalla «volontà di potenza» di Nietzsche. La
concezione nietzscheana dell'«eterno ritorno» non ha nulla a che fare con la ripetizione del
passato, con l'immutabilità della situazione storico-sociale, con la negazione del nuovo:
questa interpretazione, attribuita nel Così parlò Zarathustra al «nano», è espressamente
rifiutata da Nietzsche. «L'eterno ritorno» non è una legge storica, ma un movimento della
volontà che vuole appropriarsi anche del passato, per sottrarlo alla metafisica e
all'identità. L'umanismo italiano, secondo cui l'uomo non cambia mai, è quanto di più
alieno si possa immaginare dal pensiero di Nietzsche, che è costantemente preoccupato
della possibilità dell'altro, del differente, dell'opposto. Tale preoccupazione si manifesta,
per esempio, nel concetto di Übermensch, che non significa affatto «l'uomo superiore», e
nemmeno il «superuomo», bensì l'oltre-uomo, l'oltrepassamento dell'uomo, quale è pensato
dalla metafìsica come dotato di una identità e quindi irrimediabilmente costretto nella
prigione di una «natura», di una «condizione» da cui non può liberarsi. Da questo punto di
vista L'Anticristo è ancora soltanto una premessa a quella opera dedicata alla volontà di
potenza che Nietzsche non riuscì a scrivere.
MARIO PERNIOLA
1 Per una lettura dell'intera opera di Nietzsche in questa chiave rimando al mio saggio «Nietzsche e l'opposizione eccessiva» (in
Il Verri, n. 9, marzo 1975).