Page 27 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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1.
- Guardiamoci in faccia. Noi siamo Iperborei, - noi sappiamo abbastanza bene quanto in
disparte viviamo. «Non per terra, né per acqua troverai la via che mena agli Iperborei»: già
Pindaro sapeva questo di noi. Al di là del nord, del ghiaccio, della morte - la nostra vita, la
nostra felicità... Noi abbiamo scoperto la felicità, noi sappiamo la strada, noi trovammo la via
fuori da interi millenni di labirinto. Chi l'ha trovata altrimenti? - Per caso l'uomo moderno? -
«Io non so uscire, né entrare; io son tutto ciò che non sa uscire né entrare» - sospira l'uomo
moderno... Di questa modernità noi fummo malati, - della pace marciscente, del vile
compromesso, di tutta la virtuosa immondezza del moderno sì e no. Questa tolleranza e
largeur di cuore, che «perdona», perché tutto «comprende», è scirocco per noi. Meglio viver
tra i ghiacci, che tra le moderne virtù e altri venti meridionali!... Fummo abbastanza
coraggiosi, non risparmiammo né noi, né altri: a lungo, tuttavia, ignorammo dove portasse il
nostro coraggio. Divenimmo tristi, ci si disse fatalisti. Il nostro Fatum - era la pienezza, la
tensione, l'accumulazione delle energie. Eravamo assetati di lampi e d'azioni, rimanemmo
lontanissimi dalla felicità dei deboli, dalla «rassegnazione»... Una burrasca era nella nostra
aria, la natura, che noi siamo, si oscurò - perché noi non avevamo una strada. Formula della
nostra felicità: un solo sì, un solo no, una linea diretta, una meta...
2.
Che cosa è buono? - Tutto ciò che nell'uomo accresce il senso di potenza, la volontà di
Potenza, la potenza stessa.
Che cosa è cattivo? - Tutto ciò che discende dalla debolezza.
Che cosa è felicità - La sensazione del fatto che la potenza cresce, che una resistenza viene
vinta.
Non appagamento, ma più potenza; non pace in assoluto, ma guerra; non virtù, ma valentia
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(virtù nello stile del Rinascimento , virtù scevra da ipocrisia morale).
Primo principio del nostro amore per gli uomini: i deboli e i malriusciti devono
soccombere. E bisogna anche dar loro una mano in tal senso.
Che cosa è più nocivo di un qualunque vizio? - La compassione attiva verso tutti i
malriusciti e i deboli - il cristianesimo...
3.
Non che cosa deve prendere il posto dell'umanità nella successione delle creature, è il
problema che io qui pongo (- l'uomo è una fine -): bensì quale tipo d'uomo si deve allevare, si
deve volere, in quanto di maggior valore, più degno di vivere, più certo di un futuro.
Questo tipo di maggior valore è già esistito abbastanza spesso: ma come caso fortunato,
come eccezione, mai in quanto voluto. Anzi esso è stato addirittura particolarmente temuto, è
stato finora quasi il temibile per eccellenza; - e dalla paura fu il tipo opposto ad esser voluto,
allevato, raggiunto; l'animale domestico, la bestia da gregge, l'uomo bestia malata, - il