Page 199 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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Aurora
Pensieri sui pregiudizi morali
1.
Con questo libro inizia la mia campagna contro la morale. Non che esso abbia in sé il
minimo odore di polvere: - si percepirà in esso un odore completamente diverso, diverso e
molto più piacevole, posto che si abbiano narici un po' raffinate. Non artiglieria pesante, ma
neppure leggera: se l'effetto del libro è negativo, tanto meno lo sono i suoi mezzi, questi mezzi,
il cui effetto segue come una deduzione, non come un colpo di cannone. Che si prenda congedo
dal libro confina prudente diffidenza per tutto ciò che fino ad ora è stato onorato e persino
venerato sotto il nome di morale, questo non sta in contraddizione col fatto che nell'intero
libro non compaia una sola parola negativa, un attacco, una cattiveria, - che esso se ne stia
piuttosto disteso al sole, rotondo, felice, simile a un animale marino, che si gode il sole tra le
rocce. Infine quell'animale marino ero io stesso: quasi ogni frase del libro è stata meditata, è
sgusciata fuori in quell'intrico di rocce vicino a Genova, dov'ero solo e ancora in intimità con
il mare. Ancor oggi, ad un casuale contatto con questo libro, quasi ogni frase diventa per me il
bandolo col quale trarre ancora dalle profondità un qualcosa d'incomparabile: tutta la sua
epidermide trema dei teneri brividi del ricordo. L'arte nella quale esso eccelle non è piccola,
fissare in una qualche misura cose che scivolano facilmente e senza rumore, attimi che io
chiamo divine lucertole - e non con la crudeltà di quel giovane dio greco che infilzava
semplicemente la povera lucertolina, ma comunque con qualcosa di aguzzo, con la penna... «Vi
sono tante aurore che non hanno ancora brillato» - questa iscrizione indiana sta sul frontone di
questo libro. Dove cerca il suo autore quel nuovo mattino, quel rosso tenero non ancora
scoperto fino ad oggi, con il quale inizia un giorno - ah, un'intera sequenza, un intero mondo di
giorni nuovi! In una trasvalutazione di tutti i valori, in una liberazione da tutti i valori morali,
in un dir-di-Sì, un aver-fiducia in tutto ciò che fino ad ora è stato interdetto, disprezzato,
maledetto. Questo libro che dice sì diffonde la sua luce, il suo amore, la sua dolcezza solo su
cose cattive, esso rende loro «l'anima», la buona coscienza, l'alto diritto e il privilegio
dell'esistenza. La morale non viene attaccata, solo non viene più presa in considerazione...
Questo libro termina con un «oppure?» - è l'unico libro che termini con un «oppure?»...
2.
Il mio compito, quello di preparare un momento di sublime autocoscienza dell'umanità, un
grande mezzogiorno, nel quale essa guardi all'indietro o in avanti, nel quale essa esca dal
dominio del caso e dei preti e ponga globalmente per la prima volta la questione del
«perché»? dell'«a che scopo»? -, questo compito deriva necessariamente dall'idea che
l'umanità non è di per se stessa sulla buona via, che non è affatto retta da leggi divine, ma che
proprio tra i suoi concetti di valore più sacri ha dominato, con la seduzione, l'istinto della