Page 198 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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il mio compito e ciò che in esso vi è di storia universale, è testimoniato da tutto il libro, ma
soprattutto da un passo molto esplicito: solo che io, con la malizia che mi è istintiva, aggirai
anche qui la paroletta «io» e questa volta non irraggiai su Schopenhauer o Wagner, ma su uno
dei miei amici, l'esimio dottor Paul Rèe, l'aureola della storia universale - per fortuna però
era un animale troppo sottile perché... Altri furono meno sottili: tra i miei lettori ho sempre
riconosciuto quelli senza speranza, per esempio il tipico professore tedesco, dal fatto che, in
base a questo passo, hanno creduto di dover interpretare il libro intero come un caso di
superiore realismo... In verità esso contraddice a cinque o sei tesi del mio amico: si potrebbe,
a questo proposito, fare un riscontro con la prefazione alla Genealogia della morale. Il passo
suona così: qual è la tesi principale, alla quale uno dei pensatori più arditi e più freddi,
l'autore del libro Sull'origine dei sentimenti morali (lisez: Nietzsche, il primo immoralista) è
giunto grazie alle sue penetranti e taglienti analisi dell'agire umano? «L'uomo morale non è più
vicino di quello fisico al mondo intelligibile - poiché non vi è un mondo intelligibile...»
Questa tesi, divenuta dura e tagliente sotto i colpi di martello della conoscenza storica (lisez:
trasvalutazione di tutti i valori) potrà forse un giorno, in un qualche futuro - 1890! - servire
da scure che intaccherà alla radice il «bisogno metafisico» dell'umanità, - chi saprebbe dire se
sarà più a benedizione che a maledizione dell'umanità? Ma in ogni caso come una tesi dalle
più rilevanti conseguenze, feconda e micidiale al tempo stesso e con quel doppio sguardo sul
mondo, che hanno tutte le grandi conoscenze...