Page 91 - Keplero. Una biografia scientifica
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dalla lettura, gli chiedo di pensare all’autore, che fece almeno
settanta tentativi […] non c’è da stupirsi che questo sia il quinto
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anno di prove!» .
Owen Gingerich provò, avvalendosi però di un calcolatore
elettronico, a seguire i passaggi svolti in quelle pagine da
Keplero: impiegò otto giorni per scrivere il programma, mentre
al computer, un IBM 7094, furono necessari 12, 4 minuti di
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tempo macchina per rifare i conti di Keplero . Gingerich
osservò che il computer compie solo nove mosse contro le
settanta di Keplero, il quale era incappato in errori di calcolo,
oppure aveva voluto riprovare con diversi insiemi di dati
iniziali, così da minimizzare gli eventuali errori sperimentali.
Keplero quindi aveva sostenuto un sovrumano numero di
calcoli, anche perché questa volta non aveva trovato nessun
volontario pronto ad aiutarlo, nonostante avesse chiesto aiuto
sia al suo maestro d’un tempo, Maestlin, sia all’astronomo
bolognese Magini. Alla fine il risultato portava a un massimo di
errore di 2‘ d’arco.
La conclusione del Capitolo XVIII ha un tono quasi trionfale,
ma, poco dopo, l’attacco del Capitolo XIX ci riporta
immediatamente con i piedi per terra; qui, infatti, Keplero
scrive: «Chi l’avrebbe creduto possibile? Questa ipotesi, che
tanto si accorda con le opposizioni osservate, è nondimeno
falsa!». L’astronomo aveva rifatto i calcoli ancora una volta,
scegliendo un set particolarmente sfavorevole, da cui aveva
ottenuto un errore di 8‘ d’arco. Questo errore, che fino a pochi
anni prima sarebbe stato tranquillamente contenuto
nell’incertezza della misura, non è ormai più accettabile.
Keplero, infatti, ci ricorda che, se Dio ci ha donato tramite