Page 88 - Keplero. Una biografia scientifica
P. 88

È impossibile, afferma Keplero, che un luogo matematico, un

                punto  «vuoto»,  come  egli  considera  il  centro  dell’orbita

                terrestre, sia la sede della causa fisica che sta cercando, e cioè la

                causa  del  moto  animato,  o  meglio  magnetico,  della  Terra.

                Keplero  sceglie  piuttosto  il  Sole  vero,  ovvero  il  punto  dove
                fisicamente  si  trova  il  corpo  celeste,  e  deve  quindi  ricalcolare

                tutte le distanze planetarie, che fino ad allora erano state dedotte

                rispetto al Sole medio.

                   Da tempo era noto che il Sole non fosse esattamente al centro

                delle  orbite  dei  pianeti.  Nel  tentativo  di  rilevare  il  maggior

                numero  possibile  di  connessioni  tra  i  pianeti  e  il  Sole  vero,

                Keplero esplora la possibilità che, più in generale, i diversi piani

                contenenti l’orbita di ciascun pianeta passino tutti attraverso il

                Sole  vero.  L’ipotesi  si  rileva  un  successo,  segnando  subito  un

                punto  a  favore  della  scelta  kepleriana.  Fino  ad  allora,  infatti,

                nella convinzione che i piani orbitali dovessero intersecarsi nel
                Sole medio, si erano osservate misteriose oscillazioni dei pianeti,

                le  cosiddette  librazioni,  nelle  direzioni  perpendicolari  ai  piani

                stessi.  Keplero,  al  contrario,  misura  una  inclinazione  ben

                determinata,  e  costante,  per  l’asse  di  ciascun  pianeta;  per

                esempio,  calcola  che  tra  l’orbita  della  Terra  e  quella  di  Marte

                permane un angolo, chiamato appunto inclinazione, di 1° 50’,

                un valore che risulta corretto ancora oggi.

                   Keplero  passa  quindi  a  occuparsi  di  un  antico  dogma

                cosmologico:  quello  secondo  il  quale  i  moti  celesti  devono

                avvenire con velocità uniforme. In realtà basta alzare gli occhi al

                cielo per realizzare che i pianeti non seguono tale legge, ma da
                secoli  gli  astronomi,  piuttosto  che  rinunciare  al  vincolo

                aristotelico,  che  si  rivelava  comunque  un  alleato  nella
   83   84   85   86   87   88   89   90   91   92   93