Page 78 - Keplero. Una biografia scientifica
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sufficientemente  rigoroso  da  poter  essere  considerato

                scientifico, ma che, nello stesso tempo, risulti leggibile; si chiede

                chi mai, per esempio, riesca davvero a sopportare la lettura delle

                Coniche  di  Apollonio.  Egli  stesso,  confessa,  avverte  una  gran

                fatica  nel  riguardare  alcuni  passaggi  del  proprio  libro,  che
                alternativamente  gli  appaiono  ora  troppo  sintetici,  e  quindi

                criptici, ora eccessivamente appesantiti dal tentativo di spiegare

                nel dettaglio ogni passaggio matematico.

                   Passa poi a presentare il proprio lavoro, che è diviso in cinque

                parti,  evidenziando  come  tema  centrale  la  scelta  del  Sole  vero

                                                                                                      17
                come  punto  di  riferimento  per  il  moto  dei  pianeti .
                L’aspirazione  di  Keplero  è  quella  di  costruire  un  edificio

                astronomico,  con  un  «piano  terreno»  costituito  da  una  prima

                parte,  intitolata  Sul  confronto  delle  ipotesi,  nella  quale  mostra

                una  sostanziale  equivalenza  predittiva  dei  diversi  sistemi

                cosmologici, quando al posto del Sole medio si consideri il Sole

                vero; lo sviluppo della costruzione cosmologica è costituito poi

                dal  II Libro, in cui Keplero procede alla maniera degli antichi,
                ma  mostra  come  alcune  posizioni  di  Marte  vengono  previste

                assai meglio sostituendo il Sole vero a quello medio.

                   Nelle  tre  parti  successive,  l’opera  si  svincola  da  ipotesi  che

                portano a modelli geometricamente equivalenti, ma che Keplero

                non condivide, e pone le basi della nuova astronomia eziologica,

                di questa sua «fisica dei cieli». Così, nel III Libro Keplero mostra

                che, se è vero che alcuni dati sono più consistenti con i modelli

                basati  sul  Sole  vero,  mentre  altri  lo  sono  con  le  teorie  che

                utilizzano  il  Sole  medio,  solo  nel  primo  caso  è  possibile

                attribuire  «cause  fisiche»  al  moto  dei  pianeti.  La  quarta  parte

                mette in evidenza come la linea degli apsidi di Marte (ovvero il
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