Page 303 - Keplero. Una biografia scientifica
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trattato De stella nova, del 1606.
38 Questa parte dell’Introduzione ebbe presso i contemporanei di Keplero una
grande diffusione e fino al 1700 fu l’unico scritto dello scienziato a essere
tradotto in lingua inglese. Vedi AND, p. 59.
39 AND, p. 66.
40 AND, pp. 65-66. Nell’edizione originale del 1609, Keplero scrive a margine:
Consilium pro idiotis.
41
AN, Capitolo XVI. Vedi anche Maeyama, 1990.
42
AN, Capitolo XVI, p.245.
43
Gingerich, 1993.
44
AN, Capitolo XX.
45
AN, riassunto Capitolo XXI.
46
AND, pp. 300-301.
47
Si ricordi che a questo punto dell’opera il modello esposto nell’Astronomia
nova vede i pianeti ruotare attorno a un Sole che non è esattamente al
centro delle loro orbite, le quali sono però perfettamente circolari.
48
Sarà Newton a dimostrare come una forza gravitazionale di questo tipo dia
origine a orbite ellittiche.
49 Keplero a Longomontano, giugno 1605, vedi KOF, Volume III, p. 34.
50 Grazie alla osservazione delle macchie solari, scoperte da Galilei nel 1610,
l’anno successivo alla pubblicazione di Astronomia nova.
51
Leggendo questi passaggi dell’AN si rischia di attribuire a Keplero un
merito eccessivo, nel percorso verso la comprensione dei fenomeni
gravitazionali. In AND, p. 90, per esempio, egli descrive la forza
gravitazionale emanata dal Sole come una forza la cui intensità è
esattamente quantificabile come per la luce: «Essa si distribuisce come su
sfere concentriche, con intensità che diminuisce all’aumentare della
grandezza delle stesse […] come fa la luce». Keplero immagina tuttavia che
questa virtù, al contrario della luce, si distribuisca solo nel piano
individuato dall’orbita di ciascun pianeta, e che quindi diminuisca non
secondo il quadrato della distanza, come è nel caso della radiazione
luminosa, bensì con una semplice dipendenza dall’inverso della distanza.
52 Introdotta nell’AN nei Capitoli XXII-XXXVIII.
53 Introdotto nell’AN nel Capitolo XXXIX.
54 Cioè dell’angolo formato dal piano dell’orbita del pianeta e dal piano
dell’orbita della Terra.
55 L’opera di Taisner è citata nel De stella nova, vedi KOF, Volume II, pp. 639 e
812; quella di Gilbert numerosissime volte, anche nella stessa AN, vedi per
esempio KOF, Volume I, pp. 103, 307, 387, 389.
56 Quarta giornata del Dialogo, GOO, Volume VII, p. 486. La frase è citata