Page 305 - Keplero. Una biografia scientifica
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Nicola Oresme (1323-1382), del gruppo di Parigi, lascia questo metodo in
De configurationibus qualitatum et motuum.
78 Il cosiddetto «metodo degli indivisibili» fu poi introdotto da Bonaventura
Cavalieri (1598-1647). Una figura piana veniva concepita come un fitto
accostamento di linee, gli indivisibili, allo scopo di calcolare aree e volumi;
il metodo, che si sostituì al metodo archimedeo di esaustione, venne
esposto nell’opera Geometria indivisibilibus continuorum nova quadam
ratione promota (1635), contribuendo allo sviluppo del calcolo integrale.
Cavalieri fu anche stimolato nelle sue ricerche dalla Stereometria doliorum
di Keplero, in cui erano stati calcolati aree e volumi suddividendo i corpi in
infinite parti infinitesime. Notiamo anche che questo era il medesimo
ragionamento che lo stesso Archimede aveva utilizzato nel suo Metodo,
andato smarrito in quei secoli e riscoperto solo nel 1906.
79 Lungo i Capitoli XLI-LX di Astronomia nova.
80 Vedi per esempio in Aristotele, De coelo, Libro 2, Capitolo 13. Tale
terminologia era stata poi ripresa sia da Copernico, sia da Keplero. Vedi,
nel Capitolo 4, il paragrafo intitolato Coniche e fuoco, nuove armi contro
Marte.
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Si tratta delle seguenti date: 25 ottobre 1595, 31 ottobre 1590 e 31 dicembre
1590.
82 Si consideri come l’eccentricità della Terra sia inferiore a quella del pianeta
Marte, il quale mette in maggior evidenza gli errori legati
all’approssimazione dell’orbita con un cerchio eccentrico.
83 Secondo Dreyer, il primo a parlare di orbite non perfettamente circolari,
riferendosi a moti di oggetti celesti, fu Tycho Brahe, riferendosi alle
comete, per la cometa del 1577: «Sive igitur cometa hic noster non
undequaque et exquisite rotundum ad Solem circuitum, sed aliquantulum
oblongiorem, in modum figurae quam Ovadam vulgo vocant, confacerit»,
Brahe, 1603, p. 194.
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Una differenza nella composizione di moti immaginata da Keplero, rispetto
a quella di Copernico e Brahe, è che l’orbita risultante è tutta contenuta nel
cerchio di riferimento, mentre quella di Copernico e Brahe era «un po’
fuori, un po’ dentro» il deferente.
85 Questo modello viene esposto nel Capitolo XLV.
86 AND, p.457.
87 Lettera del 4 luglio 1603.
88 Similmente, nell’Astronomia nova: «Se solo fosse un’ellisse perfetta, il
lavoro sarebbe già stato svolto da Archimede nel De sphaeroides», AND, pp.
469 e 577.
89 In questo caso Keplero considera i raggi vettori corrispondenti non a