Page 307 - Keplero. Una biografia scientifica
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Copernico considerava Mercurio come un pianeta a sé stante, con un
epiciclo dal periodo sospetto di un anno. Non è così nella teoria di Keplero,
dove diventa un pianeta come tutti gli altri. La conferma si ha quando
l’astronomo, sfruttando la nuova forma dell’orbita, riesce a prevedere un
transito di Mercurio sul Sole che avverrà nel 1631. Tale transito, purtroppo,
non sarà verificato da Keplero, ormai morto, ma da Pierre Gassendi, il
quale ne confermerà la precisione al decimo di grado.
107 Come per esempio si evince dalla lettera di Federico Cesi del 1612.
Capitolo 4
1
La camera oscura era nota agli arabi già dal IV secolo; in Occidente viene
descritta da Leonardo nel Codice atlantico come una piccola scatola buia
capace di catturare le immagini «attraverso un piccolo spiracolo rotondo».
Si tratta appunto di una scatola chiusa, in cui la luce può entrare attraverso
una stretta fenditura e che riproduce sulla parete di fronte al foro
l’immagine rovesciata. Anche Tycho l’aveva utilizzata come strumento di
misura, per esempio per la determinazione del diametro del Sole. Lo stesso
Keplero ricorda osservazioni simili, compiute da Tycho nel 1591, nel
Capitolo 2 del Libro I dell’Astronomiae pars optica.
2
Così il grande storico della scienza Poggendorff ricordava il contributo dato
all’ottica da Giovanni Keplero, come risulta dagli appunti presi a lezione
dal giovane astronomo Schiaparelli nel 1857: «[Keplero] può riguardarsi
aver fondato la Diottrica matematica nei suoi Paralipomena ad Vitellionem
(1604). Ivi dà alla legge di rifrazione la forma […]. Fu il primo a dire che la
visione fosse prodotta da un’immagine formata sulla retina; ha spiegato la
Miopia, la Presbitia e l’effetto degli Occhiali. Considerò l’irradiazione e per
essa spiegò come nelle eclissi lunari la parte luminosa del disco appaia di
maggior diametro. Ebbe delle esatte idee sulla Rifrazione astronomica,
mentre Ticone ancora credeva che dipendesse dalla distanza. Nel 1611
pubblicò la sua Diottrica; ove la legge di rifrazione è data sotto la sua forma
più esatta e che nei piccoli angoli è giusta abbastanza. Trovò essere 3/2 il
coefficiente di rifrazione dell’acqua. Misurò la rifrazione con cubi di vetro;
seppe dell’aberrazione di sfericità e che soli gli specchi parabolici danno
esatte immagini. Inventò il Telescopio astronomico, e il modo di
raddrizzare gli oggetti ch’esso mostra, coll’addizione di una lente». Dal
Diario di G.V. Schiaparelli studente all’Università di Berlino, conservato
presso l’archivio storico dell’Osservatorio astronomico di Brera, Milano,
cartella 370, fascicolo 1.
3 OD, pp. 19 e 241.
4 L’edizione originale dell’opera di Dürer (1471-1528) è in tedesco. Intitolata